Promossi&bocciati – Perin che parate, Mandragora sale in cattedra, una statua per Antonini

Perin 8: Alla presenza numero 500 di Buffon con la Juve, è lui far spellare le mani di tutto il Ferraris. Imperioso nelle uscite, sempre più affidabile con la palla tra i piedi, al limite delle possibilità umane in quella parata tutto riflesso sul già esultante Morata. Si supera anche su Tevez e in una mischia […]


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Perin 8: Alla presenza numero 500 di Buffon con la Juve, è lui far spellare le mani di tutto il Ferraris. Imperioso nelle uscite, sempre più affidabile con la palla tra i piedi, al limite delle possibilità umane in quella parata tutto riflesso sul già esultante Morata. Si supera anche su Tevez e in una mischia furibonda di calzettoni bianconeri, seppur a gioco fermo. Roba dell’altro mondo.

Burdisso 7: Scarface è tornato. Implacabile su ogni juventino che passa dalle sue parti, se la cava anche in fase di disimpegno mostrando miglioramenti rispetto alle precedenti uscite. Posizionato al centro del reparto, ha carattere da vendere nel gestire una delle situazioni più spinose del campionato.

De Maio 7: Roccioso sui duelli aerei con Llorente, grintoso ma meno efficace sull’imprevedibile Tevez. Si distingue per puntualità e freddezza in un paio di situazioni scottanti, balla insieme a tutta la squadra nell’assedio finale, ma alla fine porta a casa la pellaccia.

Marchese 6.5: Qualche errore in disimpegno in apertura di gara e poi la solita abnegazione su ogni pallone. Nessun gol incassato contro la capolista: missione compiuta.

Rosi 6: Prestazione più che efficace dell’esterno in arrivo dal Sassuolo. L’impegno a cui lo chiama Gasperini è massimo, lui lo ripaga concedendo poco o nulla al minaccioso Asamoah. A volte impreciso sugli appoggi, si sacrifica in copertura e non ha occasioni per affondare. (36′ st Antonini 7: Il gol nel Derby. Il grande attaccamento alla maglia. Il suo contributo emozionante dopo l’alluvione. Ora, la zampata che permette al Genoa di battere la capolista Juventus, pur con qualche brivido nonostante la porta spalancata. Se da domenica prossima una sua statua campeggierà nella Nord non ci sarà da stupirsi. Angelo del gol).

Mandragora 7.5: In genere come occupa il tempo un 17enne? In giro con gli amici o con la ragazza, a scuola, a giocare sui campetti del quartiere. Mandragora invece esordisce in Serie A contro la Juventus, con il compito di contenere un certo Paul Pogba. E come lo contiene. In più, sale in cattedra per ben due volte con altrettanti salvataggi estremi su Tevez e Morata. Standing ovation. (24′ st Kucka 6: Prova ad appiccicarsi a Pogba, ma la colla fa fatica a tenere. Non si risparmia su nessun avversario, pur con una forma fisica non ancora al meglio).

Bertolacci 7: Se tre indizi fanno una prova, Bertolacci è il nuovo punto di riferimento del centrocampo rossoblù. Dopo le prestazioni sugli scudi con Empoli e Chievo, conferma il momento d’oro davanti ai signori del calcio juventini. Sana foga agonistica unita alla brillantezza di chi sa di essere in forma: al 94′ ha ancora la lucidità di pescare Matri pronto per l’assist decisivo ad Antonini. Genietto.

Greco 6.5: Prima da titolare adrenalinica per l’ex Livorno che mantiene le aspettative maturate dopo il suo incoraggiante apporto nelle ultime due apparizioni. Il pallone scotta contro la Vecchia Signora: Greco non rinuncia al gioco a testa alta e, quando la situazione lo impone, a “sporcarsi” le mani. Il duello con Marchisio è per cuori forti, lui non si fa intimidire.

Antonelli 6.5: Frena Lichtsteiner e non appena individua lo spazio si spinge in avanti per trovare imprerata la difesa avversaria. Non importa chi ha davanti, l’importante è correre.

Pinilla 6: Compito ingrato quello affidato da Gasperini. Una sportellata qui, una fiancata là. Duella senza sosta per la causa, ma di palloni proprio non ne vede. Sufficienza “honoris causa”. (42′ st Matri 7: In pochi minuti tocca già fin troppi palloni. Uno di questi fa trattenere il fiato a tutto il Ferraris fino all’esplosione al gol di Antonini. Re Mida colpisce ancora).

Perotti 7: La fantasia al servizio della sostanza. Incarna il vecchio ma mai scontato detto “il pressing inizia dall’attacco” e costituisce un costante campanello d’allarme per Asamoah, costretto a non affondare per doveri di copertura. Ha una palla per fare male ma di alto coefficiente di difficoltà: il pallone al volo è solo svirgolato. Operaio d’alto bordo.

Allenatore – Gasperini 8: La tifoseria è con lui, la squadra ancora di più. Sfrontatezza da pokerista, lettura di gara da esperto stratega. Indovina tutto, pur col rischio di passare per “matto” nello schierare un 17enne al cospetto del centrocampo più forte del campionato. Il fortino regge fino all’ultimo e a 30 secondi dalla fine i due subentrati orchestrano il gol che decide la partita. 10 punti in quattro partite. Altro che mugugni.

A disposizione: Lamanna, Sommariva, Izzo, Roncaglia, Lestienne, Edenilson. Falque, Mussis.

JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6; Ogbonna 5, Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 6.5, Vidal 6 (34′ st Pereyra sv), Marchisio 6.5, Pogba 6, Asamoah 5.5; Tevez 6, Llorente 5 (20′ st Morata 6.5). Allenatore: Allegri. A disposizione: Storari, Rubinho, Romulo, Coman, Giovinco, Padoin, Pirlo, Mattiello, Marrone.

Arbitro – Mazzoleni: 7

Daniele Zanardi

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