IL GIORNALISTA DELLA SETTIMANA – MICHELE CORTI: «Nel ritiro austriaco nessuno osava parlare di Europa»

Ancora due giornate da disputare, per rafforzare il quinto posto e porre le basi per la prossima stagione. Sono momenti di grande gioia in casa Genoa dopo la matematica qualificazione all'Uefa Europa League. Queste le impressioni in merito del giorna


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Genovese di nascita ma, da diverso tempo, giornalista di caratura nazionale. Michele Corti è un professionista molto apprezzato sia come direttore dell’agenzia Liguria Sport, sia come corrispondente di Mediaset. Il suo indiscusso valore gli ha permesso di commentare grandi partite di Champions League e di seguire da vicino le principali gare del campionato italiano. Tra queste ovviamente, quelle che hanno visto impegnati Genoa e Sampdoria. Spetta a lui, questa settimana, analizzare il momento del Grifone, e le possibili strategie in vista della prossima impegnativa stagione.

Qualificazione all’Europa League, primato cittadino, due derby vinti e successi di prestigio con Milan, Roma e Juventus. L’approdo alla Champions sarebbe stata la ciliegina sulla torta ma si è trattata comunque di una stagione esaltante…

«Aver occupato per così lungo tempo il quarto posto della classifica ha indotto la squadra rossoblù a tentare la qualificazione in Champions League, ma l’attuale quinta posizione non deve essere affatto vista come un piazzamento di ripiego. Quest’estate ho preso parte al ritiro di Neustift e tutti quanti stavano bene attenti a non sbilanciarsi nelle dichiarazioni. Il primo a parlare di Europa fu Raffaele Palladino ai nostri microfoni di Mediaset. In quel periodo, inoltre, la situazione era ben diversa: Figueroa ed Olivera si contendevano il ruolo di punta centrale, mentre l’affare Milito non si era ancora concretizzato. Poi, con l’ingaggio del bomber argentino, l’arrivo e l’esplosione di Thiago Motta, e le difficoltà riscontrate da formazioni blasonate come Roma e Lazio e di chi si giocava l’Europa negli ultimi anni come Sampdoria ed Udinese, il Genoa, artefice di un campionato straordinario, è riuscito a farsi largo e a trovare spazio a ridosso delle primi

Si parla tanto di calciomercato: secondo lei qual è il reparto che necessita di qualche innesto in più?

«Nel caso dovessero partire Milito e Thiago Motta ci vorrebbero due acquisti di grande spessore. Complessivamente credo che il Genoa dovrà inserire un paio di tasselli in avanti, altrettanti a centrocampo, e qualche puntello in difesa. Quest’anno, comunque, la società non sarà chiamata a fare sconvolgimenti visto che l’ossatura è già molto solida. Inoltre, in merito alla retroguardia, il Genoa può contare su elementi giovani che hanno accumulato un anno di esperienza in più, come Bocchetti e Criscito, senza dimenticare Matteo Ferrari che è ancora al pieno delle proprie forze. Per Criscito, però, come per Palladino, la dirigenza dovrà sedersi al tavolo con la Juventus per trovare un accordo. Ritornando ai due big, penso che la partenza di Milito sia quasi inevitabile, con Floccari che si può gia considerare rossoblù al 99% e Acquafresca in arrivo dall’Inter, mentre non sono così sicuro che Thiago Motta abbia già le valigie pronte». 

Il feeling tra Diego Milito e la tifoseria è fortissimo. Lo dimostrano i risultati del referendum “Il rossoblucerchiato dell’anno” promosso da Stelle nello Sport.

«L’attaccante argentino vinse questa iniziativa già nel 2005, quando trascinò a suon di gol il Genoa in serie A. Poichè impossibilitato a prendere parte al galà, venne a ritirare il premio, in sede di presentazione, la settimana precedente, e lì rilasciò l’ultima intervista prima di partire per l’Argentina. Tutti sappiamo come andarono i fatti, con il Grifone spedito in serie C e Milito ceduto in Spagna. In questa stagione l’attaccante è tornato in rossoblù ancora più forte, e si è nuovamente aggiudicato il “Rossoblucerchiato dell’anno”. Quando sono arrivati i dati ufficiali gli ho detto: “Diego, questa volta non puoi mancare al Galà dello Sport”, e lui è stato di parola rimanendo diverso tempo in nostra compagnia. Durante la serata abbiamo trasmesso un filmato di quattro minuti con tutte le sue perle con la maglia del Genoa, e mentre lo guardava, mi è parso visibilmente commosso».

Lo scorso anno il Genoa si privò di Borriello e Konko, ma la squadra, grazie alle grandi competenze del presidente e dei suoi collaboratori, uscì rafforzata dal mercato. Pensa che potrà accadere anche questa volta nel caso di partenze eccellenti?

«Tranne l’Inter, che spende e basta, tutte le altre società stanno molto attente al bilancio. Basti pensare che la Juve, per acquistare Diego, ci ha impiegato un anno e mezzo! Per un club come il Genoa è giusto lavorare così: qualche volta potrà accadere che determinati innesti non renderanno secondo le aspettative, ma la bravura di Gasperini e le capacità del presidente faranno la differenza anche in quel momento. Con due figure di questo calibro, i tifosi possono stare tranquilli». 

Il quinto posto è ormai ad un passo: serve solo il conforto dell’aritmetica, che potrebbe arrivare già a Torino. I granata, però, sono all’ultima spiaggia e hanno l’obbligo di non fallire questa gara…

«Si tratta di una partita difficilissima. Il Torino ha l’acqua alla gola, mentre il Genoa, pur ospitando all’ultima giornata il Lecce, è chiamato a portar via almeno un pareggio. Rispetto all’anno scorso, nel finale di campionato i rossoblù non hanno avuto un tracollo, anche se, quando abbassano i ritmi diventano più vulnerabili. Si tratta di un match molto strano, per cui mi giocherei l’1X: i ragazzi di Gasperini non hanno lo stesso bisogno di punti dei rivali, ma a volte chi non ha nulla da perdere gioca più sciolto e riesce a rendere al massimo. E poi le tifoserie di Torino e Genoa sono unite da un solido gemellaggio: sancire la retrocessione dei granata potrebbe costituire un dispiacere per i tifosi genoani». 

In attesa di vivere nuove emozioni europee, spazio all’amarcord. Quali sono i suoi ricordi principali dell’avventura in Uefa del Genoa di Bagnoli?

«Fu il mio primo anno da giornalista e mi occupai tanto dell’avventura della Samp in Coppa dei Campioni quanto di quella del Genoa in Uefa. Non potrò mai dimenticare le trasferte ad Oviedo, Liverpool ed Amsterdam. Da quattro anni seguo la Champions League con Mediaset e devo ammettere che il clima e le emozioni che si vivono in quel contesto sono incredibili. Dalla prossima stagione, inoltre, l’Europa League verrà trasmessa integralmente da Mediaset Premium: una competizione rinnovata, con una formula più avvincente, una qualità maggiore, ed un ritorno economico superiore per le società coinvolte. E chissà, magari, toccherà proprio a me commentare qualche gara del Genoa». 

Claudio Baffico

 

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