La Caporetto rossoblù

Stasera, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, abbiamo assistito all’impensabile. Una Caporetto rossoblù contro un avversario, l’Alessandria, ben schierato e organizzato: gli uomini di Gregucci hanno giocato all’italiana, difesa e contropiede. Il Genoa ha annaspato sino all’entrata in campo di Pavoletti e Gakpé nel secondo tempo: contemporaneamente è uscito Pandev che sembra […]


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Stasera, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, abbiamo assistito all’impensabile. Una Caporetto rossoblù contro un avversario, l’Alessandria, ben schierato e organizzato: gli uomini di Gregucci hanno giocato all’italiana, difesa e contropiede. Il Genoa ha annaspato sino all’entrata in campo di Pavoletti e Gakpé nel secondo tempo: contemporaneamente è uscito Pandev che sembra ormai l’ombra del giocatore ammirato all’Inter, alla Lazio e al Napoli. Resterà un mistero la permanenza in panchina di Perotti: non appena è entrato, ha messo subito in difficoltà gli avversari. Giocava da punta e da playmaker e non dava punti di riferimento. Gakpé si è proposto come “crossatore” soprattutto da destra. Assieme ai due compagni di reparto Pavoletti sembrava migliorare il suo rendimento e ha segnato. Nonostante gli sforzi profusi per arrivare al pareggio e cercare il gol vittoria nei supplementari, la squadra ha poi commesso lo stesso errore commesso in occasione del primo gol subito dai Grigi: è stato alzato il baricentro e la difesa è rimasta scoperta ed  è stata infilzata.

Abbiamo assistito a un’altra prova a due facce: soporifera la prima, volenterosa e combattiva la seconda. Ma è mancata, ancora una volta, la capacità di sfruttare le occasioni sotto porta. In più, si è aggiunto una delle leggi di Murphy: “Se una cosa può andar male, lo farà”. E la “cosa” in questione è stata il portiere Vannucchi che ha svolto una serie numerosa di interventi miracolosi.

È questa in sintesi la gara che ha portato il Grifone all’eliminazione dalla Coppa Italia che non vince ormai dal lontano 1937. Il professor Stefano Massa, membro del comitato scientifico della Fondazione e nostro prestigioso collaboratore, mi ha ricordato che l’unica volta in cui il Genoa aveva perso in casa da una squadra di due serie inferiori è stato nel 1944 contro la Biellese. Peggio di così!

Marco Liguori

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