Genoa senza né capo, né coda

Il Grifone oggi è andato incontro a una débâcle decisamente ben superiore a quelle subite contro Sassuolo, Lazio e Parma nella precedente gestione Ballardini

Marco Liguori

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Voglio trovare un senso a questo Genoa. Anche se questo Genoa un senso non ce l’ha…”. Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, i bellissimi versi della canzone di Vasco Rossi, “Un senso”, fanno comprendere la situazione in cui versa attualmente il Grifone. Oggi Juric e i suoi uomini hanno svolto una prestazione senza né capo, né coda: la cinquina finale nerazzurra non ammette discussioni ed è una débâcle decisamente ben superiore a quelle subite contro Sassuolo, Lazio e Parma nella precedente gestione Ballardini. Fuorigioco o no per il primo gol dell’Inter, non è questo il problema: occorre pensare alle circostanze in cui è avvenuto, assieme al secondo e al terzo. In tutti e tre i casi, i giocatori dell’Inter sono piombati tra l’area di rigore e in quella di porta: ciò che i rossoblù avrebbero dovuto evitare, con i padroni di casa che hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Non solo: dopo il primo gol ci si sarebbe aspettato una reazione d’orgoglio da parte dei giocatori. E, invece, nulla: è arrivata una grandinata di gol, con un Grifone completamente “groggy”, come si dice in gergo pugilistico, ossia completamente intontito per i colpi ricevuti.

Incomprensibili le giustificazioni di Juric a fine partita: “Squadra scarica per le tre partite in sei giorni”. Non capisco come sia possibile, visto che un minimo di turnover l’ha potuto anche svolgere. Incomprensibile come abbia potuto tenere in panchina Piatek, il capocannoniere della serie A: eppure, quando è entrato in campo, tutto sembrava fuorché stanco. Alla luce di quanto accaduto con 2 punti conquistati (seppur quello con la Juventus è stato importante) e 10 gol subiti in quattro partite, è ancor più incomprensibile l’esonero di Ballardini. Sabato prossimo al Ferraris arriverà il Napoli, altro avversario molto difficile da affrontare, e poi ci sarà la sosta per gli impegni delle nazionali: in caso di altra disfatta, è molto probabile che Preziosi esoneri il tecnico croato. Ma chi arriverà? E’ presumibile un altro tecnico: il candidato numero uno sembra essere Davide Nicola. Ma se toccasse a lui (o persino a José Mourinho!) si troverebbe alle prese con il problema del centrocampo debole, concetto che sto ripetendo da tempo. Mancano gli uomini sulle fasce: Pereira e Lazovic non hanno fornito, tranne raramente, rendimenti adeguati. La linea mediana non fa filtro alle offensive degli avversari: quanto accaduto oggi a San Siro ne è una riprova. In tutto questo scenario sconfortante voglio conservare una speranza, citando un altro verso di Vasco: “Domani arriverà lo stesso”. Passo e chiudo!

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