Genoa, i motivi della crisi dopo Bologna

Stasera devo commentare qualcosa che finora non era capitato e che nessuno avrebbe pensato accadesse. Il Genoa ha perso due gare di fila, con la Lazio e il Bologna: tanti genoani penseranno all’occasione persa di avvicinare la Juventus in crisi. Se il grifone avesse vinto le ultime due partite, sarebbe a due punti dalla Vecchia […]


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Stasera devo commentare qualcosa che finora non era capitato e che nessuno avrebbe pensato accadesse. Il Genoa ha perso due gare di fila, con la Lazio e il Bologna: tanti genoani penseranno all’occasione persa di avvicinare la Juventus in crisi. Se il grifone avesse vinto le ultime due partite, sarebbe a due punti dalla Vecchia Signora. Ha fatto bene Gasperini oggi a dichiarare che non ci sono scusanti, attenuanti ed esimenti per il pessimo gioco dei suoi uomini al Dall’Ara. Ha fatto bene anche a non tirare in ballo i due episodi da rigore (braccio di Mudingayi e fallo del portiere felsineo Colombo su Milito) su cui andava assegnato il penalty e che Orsato ha glissato, ma che noi di Pianetagenoa1893.net abbiamo evidenziato: sono soltanto l’ennesima prova della mediocrità della classe arbitrale e della miopia di tutte le istituzioni calcistiche (Uefa e Fifa incluse) che non vogliono la tecnologia in campo. Sarebbe stato inelegante dopo la prova incolore della squadra: ciò, ancora una volta, rende merito al tecnico di Grugliasco. Onore anche al suo collega Papadopulo che ha saputo imporre il proprio gioco, semplice ma efficace.

Non è semplice, ma provo a spiegare che cosa sta succedendo al Genoa. Riepilogando: la squadra ha battuto la Juventus, ha giocato alla sua maniera i primi 15 minuti del match contro la Lazio, resta ancora in coma a Bologna ad eccezione delle 4 occasioni da rete in cui è stato più un sussulto d’orgoglio che frutto del gioco. Insomma, il Grifone è in sonno da sabato 17 aprile. In parte per demerito proprio: ci sono uomini fuori condizione, come Jankovic, Mesto e Criscito, mentre altri sono distratti, come Bocchetti che ha regalato un rigore ai bolognesi e altri brividi alla sua retroguardia. In più si può purtroppo ipotizzare una crisi da appagamento per aver raggiunto (fino al turno precedente) la zona Champions. Ma c’è anche un altro importante fattore: il Genoa non sa più uscire (almeno per ora) dal suo 3-4-3, fatto soprattutto di gioco sulle fasce con cross al centro con gli attaccanti che ruotano scambiandosi la posizione. Alla Lazio e al Bologna lo hanno capito: i tecnici Rossi e Papadopulo hanno bloccato i rossoblù a centrocampo e in modo particolare le fasce. Hanno messo la muserola a Mesto e Criscito, bloccando così gran parte delle potenziali giocate offensive genoane. Ciò è stato fatto dal Bologna, una delle squadre meno pericolose del torneo secondo le statistiche Panini Digital, che ha imbrigliato il reparto mediano: il Genoa è riuscito a farsi mettere sotto proprio sulla pericolosità (solo 43% contro il 47,6% dei padroni di casa). I rossoblù, sempre secondo Panini Digital, hanno avuto una maggiore superiorità territoriale e maggior numero di tiri (17 contro 10). Frutto però, aggiungo avendo visto la partita, della forza dei nervi più che dell’organizzazione di gioco: anzi, oggi a Bologna regnava per lunghi tratti la disorganizzazione. E senza la costruzione (perdonatemi il gioco di parole) non c’è costrutto e non si segna. Due sole note positive: Milito e Thiago Motta che hanno lottato, si sono impegnati ma hanno predicato nel deserto. Potrebbero essere decisivi nella stracittadina con la Sampdoria di domenica prossima alle 20.30. Sperando che Gasperini recuperi i suoi uomini fuori fase, altrimenti saranno dolori. Da segnalare che la Fiorentina ospiterà il Torino, oggi vittorioso: considerata la serie di risultati imprevedibili delle ultime due/tre giornate, forse il segno “1” non è così scontato. Per ora c’è un solo dato di fatto: giornate meno 5 al termine, Fiorentina al quarto posto a +1 sul Genoa. Spetta a Gasperson e ai suoi uomini ribaltare la situazione.

Marco Liguori

 

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