Ecco le differenze tra l'Italia attuale e quella del 1982 – Idea Paston e suggerimento Sokratis

I kiwi sono rimasti indigesti a un’Italia priva di idee. Nella prima partita sembrava soffrire soltanto di un male comune al Genoa di quest’anno, ossia la mancanza di un centravanti vero. Oggi gli azzurri hanno fatto qualcosa di peggio: si sono intestarditi con una serie di palle alte e lunghe che sono state facile preda […]


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I kiwi sono rimasti indigesti a un’Italia priva di idee. Nella prima partita sembrava soffrire soltanto di un male comune al Genoa di quest’anno, ossia la mancanza di un centravanti vero. Oggi gli azzurri hanno fatto qualcosa di peggio: si sono intestarditi con una serie di palle alte e lunghe che sono state facile preda dei “marcantoni” neozelandesi alti 1.90 o giù di lì. Sono mancate soluzioni alternative contro una Nuova Zelanda che giocava rigorosamente “all’italiana” con catenaccio e contropiede. Alcuni stamattina ipotizzavano che giocasse con il 3-4-3, magari “imitando” il modello Gasperini: ma fatemi il favore!!! In modo particolare si è avvertita la mancanza di un vero “direttore d’orchestra” che dettasse i ritmi e i tempi del gioco e che prendesse per mano la squadra nei momenti topici della partita. I campioni del mondo in carica si sono anche dimostrati monotematici nella ricerca della manovra offensiva, svolta quasi sempre sulla fascia destra. Non è vero che Mimmo Criscito avesse problemi a sinistra contro Bertos: il rossoblù non ha avuto un solo accenno di iniziativa dai suoi compagni. Raramente è riuscito a crossare in area. In più manca un centravanti vero: Gilardino ha confermato il suo momento “no” iniziato da alcuni mesi nella Fiorentina, Pazzini è inutilizzabile fuori posizione, mentre il Iaquinta di Germania è solo un bel ricordo. Probabilmente il male di questa squadra (checché ne dica il “conducator” Marcello Lippi: «rifarei tutte le scelte») risiede nelle convocazioni iniziali con una maggioranza di giocatori juventini reduci da una stagione (a dir poco) men che mediocre. Nel dopo partita il ct ricordava i tre pareggi dell’Italia nel girone di qualificazione del Mondiale del 1982 che poi vinse. Peccato però che rispetto ad allora la Nazionale attuale manca di due elementi. Primo: il nucleo di giocatori bianconeri era vincente e non sul viale del tramonto. Secondo: ci fu un crescendo a vista d’occhio degli uomini di Bearzot che, nonostante i fischi e le pernacchie pre-mondiale, avevano già ben impressionato contro la Polonia di Boniek che arriverà terza in quella edizione. Invece gli uomini di Lippi hanno “zoppicato” contro il Paraguay e “dormito” contro la Nuova Zelanda, una delle formazioni più debole del torneo che andrà a fare compagnia nella galleria dei “carneadi” che hanno messo in difficoltà l’Italia (ne è capostipite la Corea del Nord). La Slovacchia di “marekiaro” Hamsik (altra squadra delusione del nostro gruppo) ci dirà dove potrà arrivare.

Capitolo secondo: il mercato del Genoa. A quanto mi è dato sapere finora la dirigenza rossoblù sta lavorando alacremente alla questione comproprietà. Risolto ormai il caso Toni c’è il nodo “gordiano” Bonucci-Criscito-Palladino che deve essere sciolto: finora ci sono segnali di buona (se non ottima volontà) di svolgerlo assieme a Juventus e Bari. Ma il rischio delle buste non è ancora scongiurato: salvo sorprese, avremo una risposta certa soltanto venerdì prossimo. Tutto ciò si ripercuote sui movimenti del mercato del Grifo: tra domani e martedì si dovrebbe invece concludere (salvo complicazioni) la vicenda Sorrentino. In attesa, mi permetto di suggerire un nome di un portiere: il neozelandese Mark Paston, autentico signore e padrone dell’area di porta, sicurissimo nelle uscite in presa alta e pronto a parare con grande prontezza. L’identikit del portiere che è mancato al Genoa nella scorsa stagione. Quanto a Donadel, Gelson Fernandez e compagnia bella a centrocampo, bisogna dire che la società di Villa Rostan sta innanzitutto stilando l’elenco delle cessioni. Però non è facile vendere i giocatori in un mercato dove ben poche squadre (incluso ovviamente il Genoa) possono permettersi di spendere: molte ambiscono al solito prestito con diritto di riscatto. E’ questa forse la maggiore difficoltà del Grifo prima ancora di acquistare nuovi elementi. Gran finale: lo scambio Sokratis-Matuzalem era una bufala. Il brasiliano della Lazio era anche reduce da una stagione piena di infortuni: non era certo l’ideale per Preziosi e Gasperini. Suggerimento per il Gasp: se si provasse a spostare il “Papa” come marcatore di centrocampo, potendo naturalmente tenendo Ranocchia a destra Bonucci al centro e Moretti a sinistra, sarebbe un’”eresia” calcistica? Forse lo è: ma così si risparmierebbero un po’ di quattrini e si risolverebbe almeno un problema nella linea mediana con un giocatore molto valido.

Marco Liguori

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