Dopo l'incostante prova di San Siro arriverà  Zuculini?

Il Genoa oggi è stato audace e combattivo per gran parte della gara contro il Milan. Ma gli è mancata una virtù fondamentale in quel di San Siro: la costanza. La squadra di Gasperini ha dominato il primo tempo: due volte è andata vicinissimo al gol, sembrava che il Milan dovesse vacillare. E invece è […]


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Il Genoa oggi è stato audace e combattivo per gran parte della gara contro il Milan. Ma gli è mancata una virtù fondamentale in quel di San Siro: la costanza. La squadra di Gasperini ha dominato il primo tempo: due volte è andata vicinissimo al gol, sembrava che il Milan dovesse vacillare. E invece è arrivato Ibrahimovic a spegnere ogni velleità: chapeau al suo pallonetto beffardo da vero fuoriclasse con quel tocco di esterno destro. Eduardo, Dainelli e Ranocchia non hanno colpe particolari: lo svedese ha avuto un passo e una giocata straordinari. Particolare non notato finora: Pirlo è completamente indisturbato e lascia partire un delizioso lancio per il suo compagno. Perché nessuno lo ha almeno disturbato?

Dopo l’episodio decisivo accaduto nei primi minuti del secondo tempo al Genoa è mancata la benzina e dunque la costanza: è un particolare molto pericoloso che il tecnico dovrà capire e rimediare in fretta. Si può dire che sotto questo aspetto il Grifone si è comportato da “gambero”, facendo un passo indietro rispetto alla gara di mercoledì contro la Fiorentina: dopo essere passato in svantaggio ha alimentato tutte le sue forze sino a pareggiare a sfiorare la vittoria.

Nel primo tempo si era assistito al trionfo tattico del Gasp che aveva francobollato con Chico i vari portatori di palla avversari. In più Kharja sembrava aver acquistato smalto assieme a Veloso e il centrocampo rossoblù sovrastava quello rossonero. Dopo il gol è accaduto il contrario e il Diavolo ha preso le redini del gioco. Se si aggiunge che il Genoa è in questo momento Palacio-dipendente, nel momento in cui l’attaccante argentino non è più in grado di pungere gli avversari con le sue giocate fulminee si blocca la manovra offensiva. Soprattutto nel momento in cui Toni (oggi però era anche sotto tono) è fermato da un mastino come Nesta. E quando manca un alternativa come Palladino, capace di vivacizzare il reparto d’attacco, purtroppo sono dolori.

Se c’è una responsabilità di Gasperini è quella di voler continuare con la sua vecchia guardia che come quella di Napoleone a Waterloo “muore ma non si arrende”: è arrivato il momento che Sculli e Milanetto restino un po’ a riposo visto che il loro ingresso ha rallentato anziché accelerare il gioco genoano. Il calabrese ci resterà, visto che era diffidato ed ha ricevuto un altro cartellino giallo. Caro Gasp mi scusi ancora se insisto, ma perché non schiera Zuculini? Anche stasera sarebbe servito con le sue giocate rapide a far impazzire il reparto mediano del Milan che per 50 minuti non è sembrato affatto irresistibile: anzi, a tratti i giocatori sembravano dei “gatti di marmo”.

Infine un appunto per l’arbitro Valeri. Sottolineo che non è stato protagonista come Tagliavento mercoledì scorso di episodi particolarmente scandalosi: ma prosegue la solfa dei “due pesi e due misure” tra gli interventi dei genoani e quelli degli avversari. Due episodi per tutti, Ronaldinho e Boateng: il brasiliano interviene “a martello” su un rossoblù, si scusa mille volte e il direttore di gara fa finta di nulla. Invece il ghanese si è resto protagonista di alcune “strattonature” di magliette. Caro presidente dell’Aia Nicchi e caro designatore Braschi siete proprio sicuri che, come dite voi, “tutto va bene madama la marchesa”?

Marco Liguori

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