Basta con la paura di avere paura: sveglia Grifone!

«Fuori gli attributi!». Come non essere d’accordo con i 1500 tifosi arrivati a Novara per incitare i propri beniamini che in ben più di un’occasione hanno dimostrato di aver paura. Già, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, è proprio questo il male della squadra in questo momento. O meglio è qualcosa di […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

«Fuori gli attributi!». Come non essere d’accordo con i 1500 tifosi arrivati a Novara per incitare i propri beniamini che in ben più di un’occasione hanno dimostrato di aver paura. Già, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, è proprio questo il male della squadra in questo momento. O meglio è qualcosa di più grave: è la paura di avere paura. Sembra un controsenso, ma è proprio così. I giocatori del Genoa non hanno la mentalità giusta per affrontare il pericolo retrocessione. Molti sono nazionali (Veloso, Gilardino, Palacio, Granqvist ecc.) e non sono avvezzi alle “paludi” della classifica. E a questo punto occorre chi li motiva e li sveglia da questo sonno micidiale che li sta facendo precipitare. Ora i giocatori non hanno più scusanti: è tornato il tecnico con cui hanno avuto più feeling e hanno dimostrato (parole di Alberto Malesani nella conferenza stampa di oggi) «grande impegno e disponibilità nei miei confronti». Si devono dunque lasciar guidare da lui, senza “se” e senza “ma” e cancellare immediatamente tutti i timori.

Sono dunque d’accordo con Malesani sul richiamo all’unità del popolo genoano e dei giornalisti nel sostegno della squadra. Io l’ho sempre affermato: anzi ho sempre   aggiunto che il clima da caccia alle streghe è controproducente. Mai come adesso è da evitare: mercoledì c’è la “linea del Piave” rappresentata dalla partita contro il Cesena. E’ da vincere assolutamente: il sabato successivo c’è la partita contro il Milan a San Siro. E purtroppo il Grifone non ha dalla sua la dote (almeno per ora) dell’imprevedibilità che ha avuto la Fiorentina che ha sbaragliato i rossoneri portando via i tre punti.

Tornando alla gara di Novara, dirò che il 4-4-2 iniziale schierato da Malesani è stato giusto. Dov’è stato l’errore? Inserire Veloso. Intendiamoci, nessuno ce l’ha con il giocatore portoghese: sta attraversando un momento di appannamento. L’ha dichiarato anche giustamente il presidente Preziosi che ha bisogno di una sosta ai box. E, considerata anche l’inutile comparsa di Kucka con ammonizione e squalifica finale, sarebbe stato meglio inserire il centrocampista slovacco. Si sarebbe potuta seguire questa tattica: i due “cagnacci” Biondini e Kucka avrebbero dovuto strappare palloni agli avversari e servire le ali Rossi e Sculli che a loro volta dovevano servire i terminali Gilardino-Placio. Insomma, il più classico gioco all’italiana, catenaccio e contropiede. Lasciare l’iniziativa al Novara facendo scoprire gli uomini di Tesser, colpendoli con un centrocampo rossoblù distruttivo, sarebbe stata probabilmente la chiave vincente. E invece con un Veloso spento, la squadra si è disgregata: non ha cercato il raddoppio e la chiusura della partita. Anzi nel secondo tempo si è fatta schiacciare dai volenterosi piemontesi e ha subito il pareggio. E’ mancata la mentalità, il gioco, la voglia di lottare. Se non si recuperano queste tre qualità non si esce dalle zone limacciose della graduatoria. E perciò concludo ritornando al coro dei tifosi al Piola: «Fuori gli attributi!».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE DELL’ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.