Nel 1967 il Genoa batte la Sampdoria per 1-0

Nel 1967 il Genoa batte la Sampdoria per 1-0. Sfida apparentemente impari per il Genoa al suo secondo anno di serie B in bassa classifica, mentre la Samp, prima, stava veleggiando verso il ritorno in A. Invece di fare una squadra esperta per tentare la scalata alla serie A come fece la rivale, il Genoa […]


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Nel 1967 il Genoa batte la Sampdoria per 1-0. Sfida apparentemente impari per il Genoa al suo secondo anno di serie B in bassa classifica, mentre la Samp, prima, stava veleggiando verso il ritorno in A. Invece di fare una squadra esperta per tentare la scalata alla serie A come fece la rivale, il Genoa (come al solito a corto di denaro) decise di puntare sui gioielli della primavera Taccola, Petrini e Gallina. In porta un altro giovane, Grosso, una mediana esperta: Colombo, Bassi e Rivara, e Locatelli ad alzare il tasso tecnico dal centrocampo in sù. La classifica è inferiore al valore dei giocatori. Diversamente dal derby di andata, giocato il 16 ottobre 1966 sotto un vero e proprio diluvio, quel giorno a Genova c’è il sole e lo stadio è pieno, le gradinate in particolare sono stipate al punto che l’altoparlante invita il pubblico ad alzarsi in piedi per far posto a quelli che stanno ancora entrando. Botta e risposta nei primi minuti, ma senza eccessivi patemi. Gallina impegna Battara che para facile e Cristin ci prova addirittura da 30 metri senza impensierire Grosso. Qualche minuto di azioni alterne di ordinaria amministrazione, poi la partita decolla: Cristin crossa per Salvi che di testa indirizza nel sette, Grosso intuisce, vola e neutralizza. Verso il quarto d’ora, punizione per il Genoa: batte Caocci e crossa in area per Taccola che ostacolato non controlla, interviene Garbarini che colpisce male e rinvia appena fuori dall’area dove si trova Rivara. Quest’ultimo, chiamato dai tifosi “Il Tigre” per la tenacia e la grinta con cui onora la maglia del vecchio Grifo, colpisce di collopiede senza indugiare e ne esce un tiro che s’insacca all’incrocio dei pali, cogliendo di sorpresa Battara. La palla è di quelle velenose e batte sul palo prima di entrare in rete. Sbandamento momentaneo dei doriani che accusano il colpo, poi si riprendono e sfiorano il pareggio sull’asse Vieri-Cristin, fuga e cross in area per Francesconi che gira fulmineamente in rete, ma Grosso è pronto e para in tuffo. La Samp vuole il pareggio, sa di essere più buona, attacca e si espone al contropiede rossoblu. Da Brambilla a Gallina che tocca, a Petrini pronto a passare a Locatelli che innesca Taccola, tutto di prima. Taccola rispedisce la palla a Gallina che da due passi batte a rete; Battara si salva con la punta del piede, 2 a 0 mancato per un soffio. Il secondo tempo ricomincia con il Genoa all’attacco, Gallina serve Taccola che dà a Petrini, scatto del centravanti che scarta due avversari ma poi spara a lato. Subito dopo parte il pericoloso Vieri che tocca a Tentorio pronto a tirare in porta al volo: è una cannonata che fa la barba al palo. Ci riprova da 25 metri con un’altra cannonata, questa volta dal basso verso l’alto, indirizzata all’incrocio dei pali. Grosso vola ma Colombo lo anticipa di testa. I rossoblu riprendono il comando delle operazioni a metà tempo per merito di un Locatelli ispirato che non sbaglia un colpo: ha classe da vendere, se fosse più continuo sarebbe da alta seria A. Nel finale ancora una volta Battara si salva di piede in uscita su uno spunto di Gallina che dribbla mezza difesa della Doria prima di presentarsi solo davanti a lui, palla al piede. Il Genoa è ormai padrone del campo e la Sampdoria deve subire: i rossoblu però per imprecisione o per la fretta non raddoppiano, ma riescono comunque a portare a casa due punti preziosi per la classifica, utili per sperare in un finale tranquillo. Ma più di questo il Genoa non potrà permettersi perchè è finito in un tunnel che lo porta sempre più in basso, dal quale sembra impossibile uscire. Tuttavia il futuro riserverà anche cose peggiori, che metteranno a dura prova il coraggio e la passion di una tifoseria che non vuole arrendersi.

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