Il “modello Hefti” per la seconda metà di mercato del Genoa

L'azione di Spors continuerà su calciatori determinati e pronti all'uso, come lo svizzero

Hefti Genoa
Lo svizzero Hefti al cross (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Doveva essere la gara dell’addio, della passerella d’onore entro le mura dello stadio che lo consacrarono nell’empireo del Milan. Invece per Shevchenko la gara di Coppa Italia è stata lenitiva quanto un bagno caldo dopo una giornata di pioggia: il tecnico ucraino ha dimostrato sul campo di avere dalla sua parte lo spogliatoio rossoblù, forse il punto decisivo nella lunga partita per sventare il paventato esonero, altrimenti il Genoa non avrebbe sfoderato la migliore prestazione dell’anno contro la seconda forza del campionato. La società medita in silenzio: confermare Shevchenko, quantomeno fino alla sosta, sarebbe un atto pregnante di buon senso sportivo dopo quanto visto al Meazza ma altresì un rimedio dilatorio per bloccare l’eventuale terzo allenatore, oriundo o straniero che sia, e tenersi pronto in caso di pesanti sconfitte. La materia è magmatica, può scottare chiunque, e avvolta da un alone di incertezza.

Il gruppo squadra fa quadrato, si prende i giusti complimenti per aver nobilitato la coppa meno attraente d’Europa ma l’azione di mercato rinfrescherà ulteriormente la rosa con calciatori pronti all’uso al pari di Hefti e Ostigard, che si sta dimostrando tutto tranne che una riserva. Tra questi non vi rientrerà Younes, destinato a giocare in Arabia Saudita: dopo l’infatuazione pubblica di Francoforte, Spors ha preferito spegnere la trattativa a tre, con Napoli ed Eintracht, per un calciatore privo della motivazione che il general manager pone come condicio sine qua non per vestire la maglia del Genoa nel girone di ritorno più difficile degli Anni duemila. Il nodo Amiri, invece, si scioglierà entro stasera poiché il Leverkusen, il cui direttore esecutivo è Rudi Völler, non vuole perdere tempo: il Grifone lo vorrebbe in prestito con obbligo di riscatto a nove milioni in caso di salvezza, invece la squadra della Bayer spinge per la cessione a titolo definitivo.

La capienza di 777 Partner non diventerà l’oppio finanziario del Genoa, il cui obiettivo è la ricerca del progressivo equilibrio di bilancio, e neppure la falsa pretesa dei club che recitano il ruolo della controparte cedente di iperinflazionare il prezzo di taluni giocatori, magari non titolari. La holding batterà altra moneta per conseguire ulteriori acquisti oculati ma senza scialare o elargire facili commissioni agli agenti: il “modello Hefti”, strepitoso contro Theo Hernandez e da ammonito contro Leao, è emblematico del pensiero-azione di Spors e sarà la traccia lungo la quale il gm insisterà anche nella seconda metà della finestra di mercato. É certo che al 31 gennaio l’allenatore del Genoa, chiunque esso sia, avrà una rosa migliore di come l’ha trovata al momento del suo insediamento. In mezzo ci sono due gare, contro Fiorentina e Udinese, che impongono la stessa cattiveria e organizzazione vista a Milano per tornare a fare punti e risalire in classifica.

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