Vediamo il bicchiere mezzo pieno del Genoa: Biraschi, Romero e Bessa

I due difensori sono il punto di forza della formazione di Juric. Il recupero del centrocampista brasiliano è stato un gran colpo del tecnico

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Domenica era in tribuna, Chicco Evani, mandato appositamente da Mancini per dare un’occhiata, oltreché al lungagnone Lasagna, anche e soprattutto a Biraschi, il terzino rossoblù che sta crescendo e che il ct vorrebbe inserire tra gli azzurri. La prestazione di Biraschi è stata eccellente: questo è il primo dato positivo di una gara che il Genoa avrebbe dovuto vincere, ma ha solo pareggiato e quindi non sono mancate le critiche e i soliti attacchi (specie sui social che non servono a nulla se non a creare tensioni) a Juric.

Vediamo invece di essere seri nei commenti: che la squadra non sia ancora al top è fuori discussione. D’altra parte Juric è da due settimane che conduce la danza rossoblù. Tuttavia, come ha detto lui (e per questo ha fatto sorridere alcuni sempre negazionisti) “ho visto anche molte cose buone”. Ed è vero, sempre che si parta dal concetto che il Grifo ha e avrà sempre i suoi limiti e che i suoi traguardi sono quelli di giocare bene e di vivere il campionato in serenità. E così, finora, sta facendo; è al 10mo posto con il Torino, ha fatto una buona dose di gol e Juric sta cercando di cavar fuori almeno qualcosa di buono da questa compagine.

Ad esempio, aver recuperato alla grande Bessa è stato un fatto molto positivo, così come aver dato spazio al giovane Romero è stato un atto coraggioso contraccambiato dal giocatore: certamente presenta qualche ingenuità (come l’episodio dell’espulsione contro l’Udinese), ma si scorgono subito certe qualità di fondo (veloce, forte, efficace etc…) fondamentali. Romero sarà il punto fermo difensivo al posto di Spolli e sarà il suo degnissimo sostituto.

E parliamo di Piatek: non segna da due domeniche, da quando è stato esonerato Ballardini. Niente di strano: Balla giocava con il trequartista e le palle giocabili per la punta erano parecchie. Oggi Juric vuole maggiore copertura a centrocampo e quindi rinuncia al trequartista, gioca col famoso 3-5-2 che non permette più a Piatek di ricevere tanti palloni giocabili. La coperta, come si dice, è corta: vuoi essere più coperto in difesa e lo sarai meno davanti o viceversa.

Resta però un altro dato di fatto per noi positivo: è vero che Piatek con questo modulo potrebbe segnare di meno (ma non è detto), ma è anche vero che cominciano a segnare finalmente anche gli altri, da Bessa a Romero ai pali di Romulo. Diciamo finalmente perché guai a porre sulle spalle dell’attaccante polacco una forma di pressione, come se dovesse segnare solo lui, davvero dannosa.

Insomma, questo Grifo non è poi così male: si parla di bicchiere pieno e bicchiere vuoto, siamo probabilmente a metà. Probabilmente si sta vivendo, non dimentichiamolo, un momento in cui il calendario è sicuramente delicatissimo (Inter, Milan, Napoli, derby e Torino) ma non per questo meno esaltante.

Il punto fuori casa ottenuto contro la Juventus è un segno che è possibile ripeterlo anche con le cosiddette “grandi” (che poi tanto grandi non sono). E’ confermato infati che oggi è più facile racimolare qualche punticino con i grandi avversari, piuttosto che battere i “piccoli” (come Parma e Udinese). Per questo la sensazione è che il pari (in 10 uomini) con i friulani non sia stato poi un dramma e che Juric stia cercando, come dice lui, “il mio gioco” che in verità non abbiamo ancora capito quale sia, ma che immaginiamo abbia alla base, maggiore incisività, migliori atteggiamenti tattici in campo dei vari giocatori, grinta e consapevolezza nei propri mezzi.

Vedremo il tutto già da San Siro dove il Grifo albergherà per due partite consecutive. Possibile che almeno una non sia dalla sua parte? Ad majora…

Vittorio Sirianni

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