Perché non prendere in considerazione il “modello Napoli”?

E’ il momento giusto per fare il punto della situazione sul Genoa società e porre alcune domande chiave al suo Presidente. Sappiamo che il calciomercato estivo si è chiuso con un saldo positivo di svariati milioni di euro. Alle molte cessioni, contrariamente agli anni passati, non hanno fatto da contraltare acquisti importanti. Il Presidente del […]


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E’ il momento giusto per fare il punto della situazione sul Genoa società e porre alcune domande chiave al suo Presidente.

Sappiamo che il calciomercato estivo si è chiuso con un saldo positivo di svariati milioni di euro. Alle molte cessioni, contrariamente agli anni passati, non hanno fatto da contraltare acquisti importanti. Il Presidente del Genoa non ha infatti investito i tanti denari incamerati. E questo non per scarso entusiasmo, ma per precisi obblighi di bilancio. I dati economico-finanziari del 2011 imponevano infatti come primo obiettivo nel 2012 la riduzione di debiti e del monte ingaggi.

Si presume, però e quindi, che dopo gli sforzi estivi ora il Genoa abbia finalmente trovato un equilibrio economico solido e stabile, che permetta di evitare ulteriori centrifughe nell’imminente 2013.

Ci chiediamo allora quale sia il piano che Preziosi avrà intenzione di adottare nei prossimi cinque anni. E onestamente più che di modello Udinese, vorrei sentir parlare di modello Napoli. De Laurentis in questi ultimi anni è stato ideatore, autore e realizzatore di uno dei maggiori successi pallonari d’Europa, superiori anche a quelli dell’Udinese stessa.

Il patron partenopeo ha proposto un progetto che in primis coinvolgesse i tifosi azzurri come base di partenza. Inoltre ha selezionato collaboratori capaci sia nel passato (dice niente Pierpaolo Marino?) sia nel presente (Bigon). Il management azzurro ha quindi assunto prima bravi (Reja) e poi grandi allenatori (Mazzarri): dando loro fiducia, anche in caso di pause di risultato, e coinvolgendoli nelle decisioni tecniche. Il Napoli ha costruito nel tempo una rosa competitiva, rinforzandola ogni anno con acquisti mirati e intelligenti. E nessun dramma di fronte a cessioni eccellenti. La cessione di Lavezzi, dopo cinque stagioni sotto il Vesuvio, è stata accolta con soddisfazione. Tutti si sentono coinvolti e galvanizzati dal progetto Napoli: dal più tiepido dei tifosi, all’ultimo dei giocatori panchinari.

Condividiamo la visione di Capozucca secondo cui l’anno in corso sarà decisivo per le sorti future del Vecchio Balordo. Ma fatte le debite proporzioni, di bacino d’utenza e quindi di obiettivi e risultati, ci piacerebbe sentir parlare di modello Napoli. Ricordandoci che il tutto mondo Napoli respira ossigeno dalla passione e dal coinvolgimento di tutti i suoi tifosi.

Federico Santini

federico.santini@yahoo.it

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