Petizione “Restituiamo il gol a Piatek!”: la Lega non torna sui suoi passi

«Siamo consapevoli di aver agito applicando il Regolamento», dice la Lega di Serie A. Le immagini tv, però, dicono tutt’altro

Il gol non assegnato a Piatek in Genoa-Atalanta (Foto Genoa cfc Tanopress)

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La petizione on.line Restituiamo il gol a Piatek!” indirizzata alla Lega di Serie A, in queste ore ha superato 2.500 firme. Il caso ha sensibilizzato non solo i tifosi del Grifone ma anche quelli di altre fedi calcistiche, come è facilmente rilevabile dai commenti lasciati nella pagina web della petizione. Tra le firme si notano quelle di numerosi connazionali del “pistolero” – del  caso se ne parla anche in Polonia – e di appassionati di “fantacalcio”. Pianetagenoa1893.net, peraltro, è a conoscenza che il caso “Piatek/Toloi” è al centro di un fitta corrispondenza privata tra la società Genoa e la Lega di Serie A.

Per il giusto contraddittorio, abbiamo contattato la stessa Lega di Serie A per offrire uno spazio di replica e per conoscere se c’è un team o un “comitato scientifico” che analizza i gol dubbi. Era nostra intenzione conoscere chi si assume la responsabilità finale delle decisioni prese ed in che modo vengono valutati i gol dubbi. Questa la risposta: «La Lega Serie A ha ricevuto e valutato con attenzione la petizione del vostro sito (NDR: inviata in Lega il 27 dicembre u.s. quando le firme erano oltre 1000), nonostante la quale confermiamo quanto pubblicato sul nostro sito internet in data 22 dicembre a motivazione della decisione presa. Resta da un lato il dispiacere per l’attaccante del Genoa, dall’altro la consapevolezza di aver agito applicando il Regolamento in vigore da 8 anni in Italia e da 10 nelle Coppe Europee». Prendendo atto della risposta ufficiale, abbiamo il rammarico di non essere venuti ufficialmente a conoscenza del modus operandi per la valutazione del caso specifico. Sul web abbiamo trovato un articolo di Gazzetta.it nel quale si parla di un caso analogo del recente passato. Altre ricerche web fanno emergere che le decisioni sono prese da un team di lavoro della Lega, coordinate dal collega giornalista responsabile dell’ufficio stampa che ha l’ultima parola in caso di pareri discordanti.

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