Tuttosport, a Genova è calato il silenzio

Alle 12:29 di ieri, lo speaker del Ferraris ha annunciato il rinvio tra gli applausi scroscianti. Troppo forte il legame con Davide Astori

I tifosi del Genoa lasciano il Ferraris dopo l'annuncio della sospensione di Genoa-Cagliari, 4 marzo 2018 (Foto Paolo Rattini/Getty Images)

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A Genova piove quando Stefano Filucchi, vicepresidente del Cagliari, entra nello spogliatoio del Luigi Ferraris. Andreolli si copre il volto, Cossu e Sau interrompono immediatamente il riscaldamento, Rossettini è in lacrime. C’è Diego Lopez che accusa uno svenimento sebbene lieve, poi il presidente del club sardo Giulini sentenzia “in giornate come questa è meglio stare zitti, non ci sono parole”. Alle 12:29, in un’atmosfera di silenzio, lo speaker dell’impianto ligure manda tutti a casa. Il maxischermo mostra un’immagine di Davide Astori, con la tuta della Nazionale. La reazione del Ferraris è un’applauso sentito, nessuno pensa alle conseguenze del rinvio: si potrebbe giocare il 14 marzo, ma sono solo speculazioni.

Il dolore è straziante. I sei anni di Astori con la maglia del Cagliari, dal 2008 al 2014, non passano certamente inosservati. Giornata surreale, la decisione di rinviare la partita è stata presa ufficiosamente dai calciatori isolani che si sono categoricamente rifiutati di scendere in campo. Giulini ha rincarato la dose, il Genoa ha umanamente accolto la richiesta di rinvio quando l’ufficialità della Lega non era ancora arrivata. Le lacrime di Mattia Perin, che con l’ex capitano della Fiorentina aveva condiviso l’esperienza in azzurro, si sono mischiate a quelle di Rossettini e Spolli che con Astori avevano militato rispettivamente a Cagliari e Roma. Il resto è raccontato dall’edizione odierna di Tuttosport. Ballardini, peraltro, l’aveva allenato ai tempi delle giovanili del Milan. Una domenica triste. Purtroppo, una domenica vera.

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