Marcel Vulpis (Aigol): “Un disegno di legge per tutelare l’editoria online. Siamo come i Radicali di Pannella”

Pubblico ora un’intervista al presidente di AIGOL (Associazione Italiana Giornali On-Line) Marcel Vulpis. In questi giorni il caso Lavitola ha riportato alla luce – tra le altre cose – il tema relativo al finanziamento pubblico ai giornali, in particolare a quelli con tirature limitatissime. Nel 2006 e 2007 questo argomento fu trattato in modo approfondito […]


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Pubblico ora un’intervista al presidente di AIGOL (Associazione Italiana Giornali On-Line) Marcel Vulpis. In questi giorni il caso Lavitola ha riportato alla luce – tra le altre cose – il tema relativo al finanziamento pubblico ai giornali, in particolare a quelli con tirature limitatissime. Nel 2006 e 2007 questo argomento fu trattato in modo approfondito da Report (vedi video puntata del 27 maggio 2007: clicca qui). AIGOL si pone l’obiettivo di tutelare l’editoria online che in Italia – a differenza di molti altri Paesi europei e nonostante i numeri sempre più alti fatti registrare – non viene parificata ai mezzi tradizionali d’informazione.

Marcel, quando e perché nasce l’idea di AIGOL?

Nasce appena 15 mesi fa con l’obiettivo di creare una struttura associativa che possa da un lato tutelare gli interessi degli editori online (è riservata alle testate registrate presso un tribunale) e dall’altro favorire una identità di categoria (ancora purtroppo molto bassa tra gli editori online).

In sintesi, quali sono gli obiettivi principali della vostra associazione?

L’obiettivo principale è arrivare alla determinazione di contributi pubblici anche per l’editoria online. Nella normativa vigente non esiste proprio il termine “online” tra i diversi mezzi e quindi a beneficiare di questi contributi erogati già da molti anno sono sempre gli stessi mezzi: stampa (soprattutto quella politica), tv, radio. Vogliamo arrivare come in Francia a una legge specifica per l’editoria online, rimarcando una equità e parità di trattamento, che ad oggi non esiste nel settore. 

L’intervista di Valter Lavitola nel programma  Bersaglio Mobile di Enrico Mentana ha riportato al centro dell’attualità la questione dei contributi pubblici all’editoria (Lavitola, radiato dall’ordine dei giornalisti, è stato Direttore negli ultimi anni de “L’Avanti!”). In particolar modo a quei quotidiani che hanno tirature assai limitate. Non trovi anacronistico il fatto che quotidiani che vendono poche copie abbiano un sostegno economico pubblico, mentre invece siti di informazione che registrano decine di migliaia di visite non abbiano alcuna tutela giuridico-economica?

Lo trovo molto anacronistico e qui mi fermo perchè sarebbe facile andare anche oltre. La legge tutela il pluralismo dell’informazione, inclusa quella  promossa attraverso i giornali dei partiti o dei movimenti politici. Tutela tutti tranne noi ecco perchè da alcune settimane il claim della nostra protesta è: “O aiuti per tutto o per nessuno”. Ecco oggi siamo “NESSUNO”, ma ancora per poco e prevediamo anche di appellarci all’antitrust o alla Corte Europea di Bruxelles, perchè è chiaro che se l’online fa , produce e diffonde informazione come la tv, la stampa e la radio (per certi versi è già il primo mezzo di fruizione dell’informazione da parte dei giovani) è giusto che sia aiutata. Lanceremo nei prossimi mesi un disegno di legge proponendo che per tutti i mezzi (incluso internet) gli aiuti non debbano superare i 5 anni, per cui già oggi molte testate dovrebbero rinunciare all’aiutino di Stato. Vogliamo dare per primi l’esempio, essere aiutati sì, ma non a vita. Ecco l’esempio arriva proprio dall’online, con un disegno di legge serio e non con la politica dei soldi a pioggia. E’ bene ricordare che i contributi pubblici per l’editoria sono soldi appunto pubblici. Tradotto in italiano? Sono soldi provenienti dalle tasse della gente, che poi magari ha problemi in altri settori nella fruizione di servizi (dove mancano i soldi, o almeno così ci dicono gli amministratori pubblici locali).

Negli altri Paesi europei esiste una situazione del genere? L’editoria online viene tutelata? Qual è la posizione dell’UE sul tema? In Francia stanno investendo sull’online, perchè è il settore del futuro. ci sono fondi per 60 milioni di euro solo per le testate internet registrate per i prossimi tre anni. Come al solito siamo il fanalino di coda dell’Europa. 

Altro tema molto attuale è quello relativo al ddl intercettazioni e in particolare all’articolo 29 relativo alla norma “ammazzablog”. Qual è la posizione di AIGOL sul tema?

Il comma 29 dell’articolo 1 è troppo duro e la pena economica (12 mila euro in caso di mancata rettifica) per certi versi smisurata. Chiederemo l’abrogazione di questa norma. 

Quali saranno le prossime iniziative di AIGOL?

La progettazione del primo disegno di legge a favore dell’editoria online. Credo che da quel momento tutti si accorgeranno di aigol (www.aigol.it) e di come con un’idea forte sia possibile scalare (nonostante le difficoltà) anche le montagne. Oggi in Italia i problemi nascono solo quando vengono posti sul tavolo. Ecco il problema è sul tavolo dobbiamo trovare la metodologia per risolvere, perchè non ci sposteremo da questo tavolo. Siamo come i RADICALI di Pannella. Un macro-tema di protesta per volta e andremo avanti finchè non sarà trovata la soluzione…. e mi sembra che in questo Paese dobbiamo dire grazie ai Radicali per quello che hanno fatto su tanti temi scomodi (come nel caso del divorzio) di cui gli stessi partiti tradizionali hanno poi beneficiato, in termini di soluzioni.

Tratto da http://simonesalvador.blogspot.com/

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