Sabato sera non ho visto la partita. Ho preferito rimanere al mare. La goleada di Milano era così scontata che l’unica sensazione associata al Genoa sabato pomeriggio era la nausea.
I giornali parlano di cessione. Speriamo che sia vero e soprattutto che gli acquirenti siano “veri imprenditori” e non un fondo senza esperienza nel calcio.
Il Genoa è come una città bombardata. La “difficile” situazione debitoria è auto-dichiarata dalla società. La rosa è ai minimi termini. I calciatori di proprietà sono pochi, con contratti onerosi e sul viale del tramonto calcistico. La squadra di oggi dal punto di vista sportivo faticherebbe in Serie B. La società è sull’Aventino anche nei confronti dei tifosi. Il Genoa non comunica: silenzio stampa dopo la debacle con l’Inter. Nessuno parla. Le conferenze stampa sono delle prese in giro per i tifosi. Gli account ufficiali sono ricoperti di insulti da parte degli stessi genoani esasperati da come il Genoa viene trattato.
Insomma, Preziosi ha superato tutti i record negativi e il Grifone è già nello psico-dramma e ultimo in classifica alla prima di campionato.
Nessuno si illuda. Un’eventuale cessione comporterà mesi per firmare, subentrare, nominare, pianificare, programmare ed eseguire.
La speranza è che sia presto un reset totale e amen se questo vorrà dire essere retrocessi a febbraio. Meglio fare esplodere tutto e ripartire da zero in B senza Preziosi che vivere alla spera in Dio.
L’obiettivo deve essere azzerare i debiti e costruire un nuovo Genoa, partendo dalle funzioni societarie base.
L’attuale società è riuscita nell’impresa titanica di far venire la nausea ai Genoani quando pensano/parlano/guardano il Genoa.
La prossima scontata figuraccia contro il Napoli sarà in fondo irrilevante.
La vera partita deve essere la fine dell’era Preziosi.