Spors salva Blessin: ora prevalga il bene del Genoa

In quale modo il tecnico concilierà con i calciatori dopo le bordate di Perugia resta un rompicapo

Blessin Spors Genoa
Blessin e Spors a colloquio in campo (foto di Genoa CFC Tanopress)

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A suo modo la giornata di ieri è stata storica per il Genoa poiché prima d’ora non si era mai riscontrato un alto direttore patrocinare con indefessa partigianeria la causa di lavoro del proprio allenatore. Spors ha vinto, Blessin resta: le cicatrici pure. La sorpresa rossoblù è servita sebbene i relativi retroscena raccontino che già dalla mattinata di ieri la claudicante posizione del tecnico svevo andasse consolidandosi dopo una notte tribolata tra falchi dell’esonero immediato e colombe del pensiero flessibile stante la situazione di classifica non compromessa. Il punto di caduta ottenuto da Spors, la cui tenacia dovrebbe farsi largo anche in sede di mercato, sono due partite di abbuono per Blessin, salvo che la situazione precipiti gravemente con il Cittadella. Il direttore dei direttori sportivi di 777 Football Group ha respinto le correnti avverse arroccandosi su una posizione che alla fine non pregiudica la sua scelta compiuta a gennaio: Blessin o Blessin.

Seppur connessa dall’altro capo del mondo la proprietà americana ha lanciato un segnale forte che illumina definitivamente l’equilibrio del potere all’interno del ramo calcistico di 777 Partners: l’ultima parola su ciascuna decisione sportiva spetta a Spors cui incombe l’onere di sorvegliare su cinque società controllate. La capogruppo di Miami ha dato totale mandato all’ex Vitesse rassicurandosi prima che la permanenza in panchina di Blessin non cagionasse oltremodo il Genoa: così il tecnico ha sventato la scalata di Bjelica, unico reale pretendente visto il recente accordo trovato da Andreazzoli con la Ternana. La risposta alla tripla crisi genoana (di identità, di risultati, di spogliatoio) è la conferma dell’allenatore: un inedito per il calcio italiano. In quale modo Blessin riuscirà a conciliare con i calciatori dopo le bordate pronunciate a Perugia – ben oltre l’accezione della parola «dilettanti» – resta un rompicapo per la cui riuscita servirà anteporre il bene del Genoa e dei suoi tifosi.

Nella nota firmata dal presidente Zangrillo, che ha concluso l’adunata degli stati generali rossoblù, è contenuto il tarlo della crisi del Grifo: quel (non) «stare bene insieme» che trascurato spiega l’origine del tutto. Oltre a una caratteristica di gioco manca il gruppo, l’amalgama di massiminiana memoria e la cura di talune voci empatiche, immateriali, che gli algoritmi non sanno processare. Come se non bastasse Blessin è passato sul rispetto dello spogliatoio come un panzer su un formichiere convinto di essere esonerato di fatto quando, invece, non lo era di diritto. Prima il Cittadella e poi l’imbattuto Südtirol per continuare a restare in alta classifica, nelle prospicienze del secondo posto: servirebbero sette punti in quattro giorni, non è una metafora ma una necessità vera per ridare solidità alla squadra uscita frastornata da quella che ieri, a suo modo, è stata una giornata che ha fatto la storia.

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