Retegui, l’analisi di Strinati: «Fisico e garra giusta. Il Chapita è da Genoa»

«Assieme a Gudmundsson può formare una coppia che sa far male negli ultimi sedici metri»

Retegui Genoa Tigre Boca Juniors
Mateo Retegui carica il tiro (dalla pagina Instagrma di Club Atlético Tigre)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Il cuore d’Argentina torna a battere in Italia al suono di una milonga zeneize, anzi Xeneizes. È in dirittura d’arrivo l’accordo per il trasferimento di Mateo Retegui al Genoa: il centravanti del Boca Juniors, in prestito al Tigre, giocherà in Europa e si appresta a farlo nel club di calcio più antico d’Italia. Filtra ottimismo. «È un attaccante di prospettiva, forte fisicamente e dotato di un ottimo colpo di testa. Con i dovuti distinguo, ricorda Pulici e, per rimanere in tema di argentini d’origine italiana, anche Batistuta» è il commento di Claudio Strinati, opinionista ed esperto di calcio latinoamericano, in esclusiva a Pianetagenoa1893.net. «Retegui è una classica prima punta d’Argentina: piuttosto rapido, con garra e sempre partecipe nel gioco. Non ha la classe cristallina di Milito ma sa riempire da solo l’area di rigore e, al di là di qualsiasi discorso tecnico, soddisfa l’unica, vera caratteristica che deve avere un centravanti: sa fare gol» prosegue l’avvocato, ex agente Fifa.

Il nome di Retegui infiamma la piazza genoana, in fibrillazione dopo il ritorno in Serie A e già con 14mila abbonamenti rinnovati rispetto alla scorsa stagione: «Se l’operazione andrà a buon fine, sarà un colpo non soltanto per il Genoa ma anche per il calcio italiano perché, al momento, Mateo è il principale candidato a diventare il nostro centravanti agli Europei del ’24 (suo nonno materno Angelo Dimarco emigrò da Canicattì). Non sottovalutiamo altresì l’aspetto mediatico, da giorni in Argentina ne stanno parlando i principali organi d’informazione – prosegue Strinati, che in passato ha condotto molte operazioni di mercato tra Italia e Sud America – l’operazione accontenterebbe tutte le parti». Boca Juniors e Tigre passano alla cassa, gli Xeneizes vogliono inserire anche una futura percentuale sulla rivendita, e il Genoa otterrebbe l’attaccante che vuole mister Gilardino per fare bene in A.

Infine, Strinati analizza la coppia Gudmundsson-Retegui: «Negli ultimi sedici metri sanno fare male perché abbinano tecnica e potenza. Possono valorizzarsi a vinceda, Albert con gli ultimi passaggi e Mateo con i gol. L’islandese è un calciatore di razza che punta l’uomo ed è fulmineo quando si gira nel breve, sono qualità rare. É un duo che, per caratteristiche, può porsi sulla falsa riga di Aguilera-Skuhravy, augurando loro gli stessi risultati epocali che conseguirono Thomas e il Pato». A proposito si soprannomi, tutti in Argentina ne hanno uno: «Carlos, il papà di Retegui, è una leggenda dell’hockey su prato con un oro olimpico vinto a Rio De Janeiro da ct della Selección, sport che dopo il calcio è tra i più amati dagli argentini assieme a basket e polo: il suo soprannome è “el chapa”, la lamina di metallo, perché da giocatore era forte e robusto. Mateo è diventato “el chapita”, nomignolo che agli argentini ricorda anche i tappi delle bottiglie di soda».

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.