Correva l’anno 1967: in quel maledetto 15 ottobre Gigi Meroni veniva investito in corso Re Umberto a Torino, dove giocava con la squadra granata. Dopo i suoi esordi nel Como, era esploso in tutta la sua fantasia ed esuberanza calcistica nel Genoa dal 1962 al 1964: tanti tifosi ricordano i suoi dribbling e le sue improvvise accelerazioni che facevano impazzire gli avversari. Illuminò quel Grifone, allenato da Benjamín Santos, che raggiunse l’8º posto in serie A e conquistò, per la 2ª volta, della Coppa delle Alpi. Era un Genoa molto forte, capace di mettere in difficoltà qualunque squadra: poi nel 1964, nonostante le proteste dei tifosi, fu ceduto al Torino allenato da Nereo Rocco per 300 milioni di lire, cifra record per un giocatore di appena 21 anni. Anticonformista, eccentrico, girava su una vecchia Balilla e spesso era con una gallina o una capra al guinzaglio.
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