Per la prima volta tornava al “Luigi Ferraris” da avversario del Genoa quel sabato 6 ottobre 2012, nell’anticipo della VII giornata della Serie A, Gian Piero “Gasperson” Gasperini ed è facile immaginare che nessuno dei tifosi rossoblù che gli dedicarono, all’ingresso delle squadre in campo, un lungo applauso e un coro di saluto, in ricordo dei suoi ottimi trascorsi da allenatore del Genoa dal 2006 al 2010, e che furono contraccambiati dal tecnico del Città di Palermo con ampi gesti di saluto e con l’ammissione nel dopo-partita di una fortissima emozione, poteva mai pensare che meno di un anno dopo egli avrebbe apposto la firma a un nuovo contratto che lo lega al più antico sodalizio calcistico italiano fino al giugno 2016.
L’incontro tra le due squadre che nel corso del campionato si sarebbero giocate la salvezza, che sarebbe stata raggiunta da quella ligure e non da quella siciliana, fu equilibrato e ricco di occasioni. Al 5’ un gran tiro in diagonale da 27 metri di destro del capitano rossoblù, il serbo Bosko Janković lambì il palo della porta palermitana difesa dall’albanese (nato in Serbia) Samir Ujkani; al 13’ su traversone di sinistro dalla tre quarti di sinistra all’altezza del limite dell’area di rigore dello sloveno Josip Iličic, Luigi Giorgi anticipò Luca Antonelli jr. e infilò il portiere francese Sebastien Frey I, vanamente tuffatosi sulla sua sinistra, con un beffardo tocco con la tempia destra in tuffo che diede il vantaggio agli ospiti; al 18’ con un avventato retropassaggio di testa, deviato all’ultimo momento in calcio d’angolo dall’estremo difensore palermitano, l’argentino Ezequiel Matias Muñoz rischiò di ristabilire la parità; poi Ciro Immobile fallì due occasioni da rete, al 27’, dopo una triangolazione con “super” Marco Borriello I, mandando con un pallonetto sull’uscita di Ujkani il pallone di pochi centimetri sotto la traversa, e, al 40’, tirando addosso, dopo un’azione di contropiede, all’estremo difensore palermitano, che deviò con la coscia destra in calcio d’angolo. In seguito, dopo che Iličić aveva coronato un’azione personale con un diagonale di destro da posizione centrale a 20 metri dalla porta genoana che sfiorò il palo, al 45’ Antonelli jr. ed Immobile proposero il remake rossoblù dell’azione della rete di Giorgi, in cui le varianti furono le deviazioni aerea del pallone da parte dell’attaccante campano verso l’angolo alto destro e con il pugno destro sopra la traversa di Ujkani.
Nella ripresa al 7’ il cileno Cristobal Jorquera (subentrato al 41’ del 1° tempo al deludente ungherese Dániel Töszér) girò al volo con il collo del piede destro dalla destra un cross a campanile nel cuore dell’area di rigore ospite, su cui si avventò Borriello I, che con una «frustata» con la tempia sinistra anticipò Massimo Donati, rimasto con i piedi piantati sul terreno, e batté sulla sua destra Ujkani, nell’occasione non troppo reattivo sul pallone schiacciato dall’attaccante genoano. Nel prosieguo dell’incontro furono gli ospiti a sfiorare la vittoria, lambendo i due pali della porta genoana con un colpo di testa in tuffo al 16’ di Muñoz (quello sinistro) e con un tiro di sinistro al 25’ da 23 metri dell’uruguayano Abel Mathias Hernandez Platero (quello destro), subentarato da sedici minuti a Fabrizio «il Romario del Salento» Miccoli e i padroni di casa a protestare vivacemente al 27’ per un fallo di mano in area di rigore di Donati non rilevato dal signor Dino Tommasi di Bassano del Grappa, in serata decisamente negativa.
Stefano Massa
(membro del Comitato Ricerca e Storia del Museo della Storia del Genoa)
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