I tifosi genoani hanno potuto vedere in azione un drone durante gli allenamenti del Genoa nel ritiro di Neustift e in quello attuale di Dinard. Ma chi manovra questo prodigio di tecnologia che registra le performance dei giocatori? Si presenta al Popolo rossoblù: è Peter, 28 anni, di origini toscane «nonno di Pitigliano, poi siamo andati in Austria» racconta al sito ufficiale rossoblù. Si è inventato una nuova professione: pilota di droni, una possibilità offerta dalle nuovissime tecnologie informatiche. La sua avventura è iniziata alcuni anni fa: «Abbiamo fondato la società nel 2012. La Drone Project. Ci chiamano aziende, industrie, il cinema. Lavoriamo con il mondo dello sport. C’è margine di crescita».
Peter spiega il suo compito: «Lavoro in collaborazione con il match analyst Andrea Aliboni e lo staff tecnico». Ma non c’è soltanto l’uso civile: i droni sono impiegati anche nelle guerre. «Purtroppo» risponde. Ecco come opera la sua azienda: «Noi ne abbiamo diversi. Ognuno è adatto a una tipologia di ripresa. In altitudine ne servono di speciali. Il primo costò un occhio della testa, poi il prezzo si è abbassato. Registrare, trasferire, tagliare, editare. Musicare. Le aree di azione interessano varie competenze». La tecnologia può aiutare il Grifone a valutare le prestazioni dei propri atleti e possibilmente migliorarle.