L’Integrity Tour 2019 incontra il Genoa

L'iniziativa, mossa da Lega Serie A, Sportradar e Istituto per il Credito Sportivo, s'impegna a combattere il match fixing: la piaga che negli ultimi anni ha colpito il mondo del calcio. Pandev: «Lo sport è lealtà e non deve conoscere alcun tipo di corruzione o corruttibilità»


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Dopo le “visite” a Juventus, Inter Sassuolo, Frosinone e Fiorentina, l’Integrity Tour 2019 è giunto oggi nel quartier generale del Genoa a Pegli: iniziativa mandata avanti dall’impegno della Lega Serie A, Sportradar e Istituto per il Credito Sportivo per rafforzare la legalità nei campi da calcio nostrani, ricordare i reali valori di questo sport e che prosegue per il quinto anno per continuare la crociata contro il match fixing: la piaga del mondo sportivo che deve essere illustrata a tutte le parti coinvolte nel nostro campionato di calcio, allo scopo di prevenirla ed eliminare tutte le sue forme.

Assieme all’organico del Genoa, ha avuto luogo prima un workshop con i membri della prima squadra e relativo staff tecnico presso il Centro Sportivo Signorini (Villa Rostan) a Genova Pegli, poi un successivo con la Primavera e Under 17 e relativi staff tecnici presso la Sala Lomellini del Grand Hotel Mediterranee a Genova. Tra i giocatori facenti parte della rosa allenata da mister Cesare Prandelli, ha avuto la parola l’attaccante macedone Goran Pandev: «Lo sport è confronto, non scontro. Lo sport è lealtà e non deve conoscere alcun tipo di corruzione o corruttibilità. Per questo noi del Genoa sosteniamo i valori del calcio e ci impegniamo quotidianamente nel dare l’esempio: con il confronto e la lealtà. Siamo con orgoglio testimoni di una campagna di alti valori sportivi, morali e professionali, contro il match-fixing e contro tutti i tentativi di contaminazione che possono arrivare dall’esterno. Combattiamo la corruzione assieme alle Istituzioni sportive nel rispetto del calcio, lo sport più bello del mondo e dei suoi tantissimi tifosi».

L’obiettivo è combattere il match fixing, ossia la corruzione che inquina da tempo il mondo dello sport, allo scopo di instradare gli atleti nella retta via che li tenga lontani dal pericoloso circolo delle frodi sportive. L’incontro ha visto l’intervento del responsabile Integrity per l’Italia di Sportradar AG, l’avvocato Marcello Presilla, che al cospetto dei giocatori e dei membri dei relativi staff, ha esordito con una delucidazione sul fenomeno del match fixing, analizzando il fenomeno in tutte le sue varie forme, continuando, poi, con il chiarimento della figura del fixer, ritenuto come un vero e proprio criminale che agisce “intrappolando” l’atleta nella sua ragnatela di truffe dal quale non può liberarsi facilmente, che lo espone a forti rischi che possono comprometterne il futuro e la credibilità.

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