L’incomprensibile licenziamento di Daniele Faggiano

La decisione del presidente Preziosi a a due soli giorni dal match salvezza contro il Parma può creare confusione

Marco Liguori

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E così è arrivata l’ennesima decisione incomprensibile del presidente Enrico Preziosi: il licenziamento in tronco di Daniele Faggiano da direttore sportivo del Genoa. Due anni fa, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, avevo usato lo stesso identico termine (incomprensibile) per l’esonero di Davide Ballardini. Stavolta è ancora più difficile da capire: Faggiano era arrivato dallo scorso agosto, restando in carica per neppure quattro mesi e con un’unica sessione di calciomercato a disposizione. In tanti vi starete chiedendo: ma direttore quali sono le motivazioni di questo addio così repentino? Vi rispondo con una frase in dialetto salentino (terra di origine di Faggiano) e una in genovese: Frati mei, ce sacciu ieu” (fratelli miei, che cosa ne so?) “A saveilo, mœ amixi…” (Se lo sapessi, amici cari). Sono due espressioni che servono a spiegare che poco importa conoscerne le motivazioni: di concreto c’è il fatto che purtroppo siamo davanti all’ennesima scelta che può creare soltanto confusione, a due soli giorni da un importantissimo match salvezza contro il Parma al Ferraris. Crea sconcerto anche nella tifoseria che, dopo diverse stagioni sofferte con salvezze all’ultima giornata, desidererebbe ben altro. In fin dei conti perché era stato chiamato un luminare del calciomercato come Faggiano? Semplice: per avere una base solida, su cui ripartire e guardare con ottimismo al futuro, nonostante una stagione chiaramente influenzata dall’epidemia di Coronavirus. E invece, Preziosi ha voluto troncare il rapporto professionale: si ricomincia daccapo.

Il Grifone è dunque piombato nell’ennesimo anno di incertezze e dolori: roba da mettere a dura prova le coronarie dei supporter rossoblù. Per restare negli ultimi due anni: un tourbillon di direttori sportivi da Capozucca a Marroccu, poi Faggiano e, adesso come sembra probabile, di nuovo Marroccu. E la girandola di allenatori: da Ballardini passando per Juric, poi Prandelli, Andreazzoli, Motta, Nicola e, infine, Maran.

A chi e a cosa giova tutto questo?

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