Lettera: «Ma perché qualche tifoso dell’altra squadra di Genova ha distrutto la bandiera del Mio Genoa alla finestra?»

Il nostro lettore è molto triste: «Tanti altri tifosi sampdoriani, dotati di buon senso e rispetto per una fede dai colori opposti, spero prendano le distanze e stigmatizzino questi comportamenti»

Bandiera genoana (Pianetagenoa1893.net)

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Sono di ritorno da una crociera di una settimana, stanchissimo.
Il volo era in ritardo e rincaso alle 02.00 del mattino….

E’ comunque sempre bello tornare a casa.
Ma mentre mi appresto a fare le scale della mia via, mi accorgo subito che manca qualcosa: manca la bandiera del Mio Genoa alla finestra.

Per chi non lo sapesse infatti, ovunque io abbia vissuto, ho sempre avuto la MIA bandiera dalla finestra: e di posti ne ho girati (Londra, Milano, Nizza, in primis..).
Perché?
Perché è un simbolo! Una tradizione. Un marchio che sta ad indicare, che in questa casa, in quel momento, vive una persona col cuore a quarti rossoblù. Gli stessi colori del cuore di mio Padre e che furono di mio Nonno.

Avvicinandomi a casa, penso allora a varie ipotesi: vuoi vedere che l’asta di plastica ha ceduto, o che il vento se l’è portata via? Ma è tutto troppo assurdo. L’asta sarebbe per terra, la bandiera probabilmente anche, e poi il meteo di quella settimana non era stato per nulla pessimo e la bandiera aveva sempre e comunque resistito a giornate burrascose.

Non resta che l’unica possibilità come spiegazione: la bandiera è stata tolta volontariamente, probabilmente per dispetto e mancanza di rispetto da qualche simpatizzante della squadra a strisce orizzontali.
Del resto sono anni che vogliono togliere un altro simbolo della nostra fede: la bandiera sullo scoglio di Boccadasse, figlia di un club storico che peraltro quest’anno compirà 50 anni…dunque di che stupirsi?

Loro son fatti così: loro detestano i nostri simboli; gli danno fastidio. E la loro prassi è quella di cercare di eliminarli, o addirittura sostituirli coi loro. E’ un complesso d’inferiorità grande come una casa, che negano, ma dal quale non riescono a guarire. Del resto riempiono la città di adesivi (purtroppo anche nostri supporters, e sarebbe ora di finirla in questa guerra tra poveri, che non fa altro che insudiciare la città), di dipinti (idem come gli adesivi. Basta!), o mettono cartelli con scritto Genova (noi ce l’abbiamo nel nostro nome, loro devono dimostrarlo).

Ma mi spiace per voi: un nostro slogan è “A GUARDIA DI UNA FEDE”. E tutte queste azioni non serviranno a nulla. Perché la mia bandiera è già tornata dov’era. Perché sullo scoglio ci sarà sempre; perché i nostri simboli li portiamo prima nel cuore, e poi li avremo ed esibiremo sempre anche contro qualunque vostra azione vandalica, irrispettosa e rosicona.

Dunque rassegnatevi. E lo dico ai responsabili di tutto questo, invitando tanti altri tifosi sampdoriani, dotati di buon senso e rispetto per una fede dai colori opposti, a prenderne ugualmente le distanze ed a stigmatizzarne i comportamenti. Perché io, coi miei simili lo farei. Perché il rispetto è alla base di una rivalità sana e che forse è l’ultima cosa genuina di questo calcio moderno che non piace più a nessuno.

G.P.

Riceviamo e pubblichiamo

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