La cura Sheva ha iniziato a funzionare a Udine: si cerca conferma col Milan

Il tecnico ha infuso calma e sicurezza nei rossoblù: chissà che mercoledì, con l'aiuto dei tifosi, non si riesca a strappare un risultato positivo

Sirianni Preziosi
Vittorio Sirianni

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Appena prima della partenza del Genoa per Udine, ecco un delizioso e dolcissimo episodio in un giardino di Molassana: il vigile che recupera gli animali selvatici, trova, spaventato e rannicchiato su se stesso, un piccolo grifoncino, esausto, con una gran voglia di tornare a volare e assaporare un po’ di cibo.

Il vigile (tifoso rossoblù?) lo accarezza e lo salva. Ecco: a qualcuno è sembrata una premonizione di quello che i grifoncini rossoblù, affamati, stravolti, senza cibo (leggi punti) avrebbero ottenuto sul capo dell’Udinese. E così è stato.

Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma la gara con i friulani ha dimostrato almeno, che pur nei grandi limiti tecnici della squadra, la “cura” Sheva almeno, sul piano psicologico e anche tattico, sta trovando una sua dimensione. Intanto la difesa si sta consolidando, si gioca un po’ più generosamente in avanti, si sta forse (diciamo forse) trovando un regista semi-illuminato, per ora, che si chiama Rovella. Si gioca con maggiore consapevolezza nei propri mezzi, non si difende soltanto, ma si tenta di contrattaccare. Purtroppo si sbagliano gol che anche la mia nonnina novantenne avrebbe messo a segno.

Peccato: d’altra parte una squadra come il Genoa dovrebbe sapere che, durante una partita, le occasioni facili che possono capitarle sono limitatissime, per cui non si dovrebbe sbagliare.

Il clima, comunque, è migliorato e la sensazione è che Shevchenko qualche risultato lo cominci ad ottenere: specialmente sul modo di schierare la formazione, bloccandola il più possibile, come accade per la difesa: se non sbagliamo, ad Udine è stata probabilmente la prima volta che il reparto arretrato gioca sempre con gli stessi giocatori.

Naturalmente il clima, nonostante la classifica, possiamo dirlo, pessima, è supportato in chiave distensiva anche dal vertice societario, se è vero com’è vero che il Presidente Zangrillo, si lascia andare a simpatiche battute come: «Il primo punto non si scorda mai!».

Adesso però, bisogna gettarsi nella realtà del campionato e guardare cosa aspetta il Grifo, da mercoledì in poi: Milan, Juventus, derby, Lazio e Atalanta.

Sheva, per rasserenare, ha citato anche un antico grande scrittore russo (lui ucraino, strano che si fidi dei…russi) tirando fuori lo slogan: «Per il successo servono due parole, tempo e pazienza». D’accordo, ma attenzione che se il Genoa in queste ultime cinque partite non racimola una mancata di punti, finirà con concludere il girone di andata in grave difficoltà e recuperare nel ritorno non sarà facile. Quindi tempo non ce n’è tanto, mentre sulla pazienza deciderà su sé stesso.

Il punto di Udine fa certamente ben sperare, ma non dimentichiamo che alla squadra continuano a mancare giocatori importanti: Criscito, Maksimovic, Caicedo, Destro, Kallon e Fares, tutti indisponibili ancora. I sostituti, dobbiamo riconoscerlo, hanno dato molto e non hanno fatto rimpiangere gli assenti, riuscendo, con tanta forza d’animo, portare a casa un punticino.

Ekuban, purtroppo, avrà ancora sulle spalle il carico offensivo (ma per fortuna il Milan avrà Romagnoli squalificato): certo se riuscisse ad avere una palla…a porta vuota e metterla dentro, sarebbe per lui un grande riscatto. Per il resto Sheva cercherà di infondere ai suoi quella sua calma tattica e dolcezza psicologica (ma lo avete visto? Il suo sguardo languido che non cambia mai) infondendo sicurezza e ordine anche mentale nei suoi ragazzi.

I tifosi, per fortuna, stanno con lui, mercoledì sera chissà che, tutti insieme, si possa mandare il Diavolo all’inferno…

Vittorio Sirianni

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