Kouamé: «Sanabria? Cerco sempre di aiutarlo a trovare la via del gol»

«Sapevo chi fosse perché seguo la Liga: perciò non è cambiato molto» rispetto a Piatek, spiega l'attaccante del Genoa a "L'Ultimo uomo". La sua filosofia: «Prima di tutto devo aiutare i compagni nel lavoro di squadra. Poi penso a segnare»

Kouamé
Kouamé in dribbling (foto di Genoa CFC Tanopress)

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«Finora il gol più importante, e anche più bello, è il mio primo in Serie A». Christian Kouamé racconta a “L’Ultimo uomo”, sito di Sky Sport, le sensazioni di gioia per la sua prima rete messa a segno il 26 Agosto a Marassi, alla sua prima gara casalinga col Genoa, contro l’Empoli. L’attaccante ivoriano cerca la porta avversaria e pensa a segnare: ma lui confessa di essere innanzitutto altruista. «Prima di tutto devo aiutare i compagni nel lavoro di squadra. Poi penso al gol» spiega. A proposito di gol, dopo la partenza di Piatek e l’arrivo di Sanabria spiega di non essere stato sorpreso dal modo di giocare del nuovo compagno in attacco: «Sanabria sapevo chi fosse perché seguo la Liga: perciò non è cambiato molto, la verità è che cerco sempre di aiutare il centravanti in campo come in allenamento. Il feeling dobbiamo trovarlo, solo così possiamo tentare tutto insieme».

Il suo talento è confermato dall’ultimo report CIES. Kouamé è infatti nella top 25 dei calciatori Under 21 più utilizzati in Europa, il sesto in Italia dietro Donnarumma, Audero, Milenkovic, Barella e Chiesa. Il Grifone ha cambiato tre allenatori, ma lui in attacco è imprescindibile: «Sia Ballardini che Juric che Prandelli hanno puntato sui miei punti forti; io non faccio altro che mettermi nelle condizioni giuste, cercando di mettermi in mostra durante gli allenamenti». Il suo punto di forza: «La corsa? E’ una delle mie caratteristiche. Ma ci vuole testa per capire dove andare e la tecnica che fa la differenza».

Il giocatore conclude con un pensiero per la sua terra: «Non è stato facile lasciare la Costa D’Avorio. Sapevo però cosa avrei voluto diventare e non ho perso di vista l’obiettivo. Giocando per strada ho imparato un sacco di cose… La fantasia esisterà sempre, sino a quando un ragazzino continuerà a giocare per la strada».

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