IL GIORNALISTA DELLA SETTIMANA – PINUCCIO BRENZINI: «All’80% Genoa in Champions»

Uno dei volti e delle voci più note dell'universo rossoblù analizza il momento del Genoa, soffermandosi sulle varie sfaccettature di questa stagione da record


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Quando narra le vicende del Grifone ci mette il cuore. Ed è anche per questo che il giornalista Pinuccio Brenzini è così apprezzato dai tifosi rossoblù. Quasi un idolo, se si ricordano i cori intonati dalla gradinata nord in alcune presentazioni estive. Un simbolo del giornalismo genovese, un vero esperto di Genoa. Le radiocronache su radio Nostalgia sono diventate un vero “must”: una conferma? I tanti tifosi incalliti che al posto della hit del momento utilizzano la voce di uno scatenato Pinuccio come suoneria del cellulare.

Schemi, commenti ed analisi delle partite del Vecchio Balordo sono il piatto forte di “We are Genoa”, la trasmissione che Brenzini conduce ogni mercoledì sera su Telenord.

Questa settimana, però, il ruolo si inverte: da intervistatore ad intervistato, per la nuova rubrica di Pianetagenoa.

Signor Brenzini, quante possibilità ha il Genoa di qualificarsi per la Champions League?

«L’80%. Non è una percentuale dettata dall’ottimismo ma dai fatti concreti. E’ infatti la squadra che gioca il miglior calcio di tutto il campionato e che sta mantenendo una continuità di risultati davvero invidiabile. Il meccanismo ormai è consolidato: tutti interpretano il loro ruolo a meraviglia. Una citazione particolare la merita la difesa, la terza migliore del campionato, oltre, naturalmente a quei due campioni di calibro mondiale come Milito e Thiago Motta. Allenati da un fuoriclasse della panchina: Gian Piero Gasperini».

Quando ha capito che il Genoa avrebbe potuto lottare per un posto in Champions League?

«In tempi non sospetti: il primo settembre. Non a caso, a Telenord, avevo fatto una scommessa che sono pronto a mantenere: se il Genoa si piazzerà nei primi quattro posti ballerò in diretta un tango argentino con la rosa in bocca assieme alla collega Paola Balsomini. Sto già prendendo lezioni per farmi trovare pronto per la fine della stagione».

Nonostante un campionato esaltante, molti organi di stampa nazionali sembrano trascurare il Grifone. Secondo lei qual è il motivo?

«E’ vero, si parla con insistenza di squadre molto più indietro in classifica, mentre il Genoa viene spesso ignorato. Visti i risultati, mi auguro che continui così, anche se presto tutti quanti dovranno fare i conti con questa realtà».

A dir la verità, per un argomento il Genoa è sempre sulle prime pagine dei giornali nazionali: il calciomercato.

«Si tratta di un giornalismo becero che a volte mi fa vergognare di fare questo mestiere. In un momento così importante della stagione vengono messe in giro voci senza il minimo fondamento. E poi a leggere certi quotidiani e ad ascoltare alcune trasmissioni televisive, sembra che il Genoa stia smobilitando: Milito all’Inter, Thiago Motta alla Roma e chi più ne ha più ne metta. Ed oltre alla sotanza, anche la forma è inqualificabile: ad esempio si scrive che Preziosi sta aspettando con ansia una telefonata da Moratti, e non che Moratti tempesta di telefonate Preziosi. Al di là delle leggi del mercato, il nostro presidente ha sempre dimostrato di operare per il bene del Genoa. In questi anni ha saputo conquistarsi la fiducia della tifoserie e questo mi basta per non prendere minimamente in considerazione certe voci».

Che ne pensa riguardo la decisione di società e squadra di non entrare mai in polemica con il mondo arbitrale nonostante le tante occasioni che, nostro malgrado, sono state fornite?

«E’ stato un comportamento esemplare. Il Genoa ha dimostrato ancora una volta di essere una società molto seria, che non si piange addosso e che si chiama fuori da quel teatrino con cui purtroppo ci stiamo abituando a convivere. Altro che moviola in campo! Io non la vorrei neppure in tv!».

Comunque vada, il Genoa potrà festeggiare una stagione di altissimo profilo…

«I risultati conseguiti dai rossoblù non sono frutto del caso ma di una minuziosa programmazione. Basti pensare a dove eravamo appena qualche anno fa. Anche quando la squadra si trovava in serie C, comunque, intravedevo le potenzialità per una rapida risalita. Ed i fatti mi hanno dato ragione».

Claudio Baffico

 

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