Il Genoa e la maledizione dell’Olimpico giallorosso

Lo stadio Olimpico di Roma venne inaugurato nel maggio del 1953 in occasione di Italia – Ungheria. Il formidabile team magiaro dei Puskas, Kocsis e Czibor umiliò gli azzurri che finirono sconfitti sotto un pesante 0-3. La prima gara del campionato italiano fu Lazio – Juventus (1-0 per i bianconeri) e Roma-Spal (finita 0-0) entrambe […]


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Lo stadio Olimpico di Roma venne inaugurato nel maggio del 1953 in occasione di Italia – Ungheria. Il formidabile team magiaro dei Puskas, Kocsis e Czibor umiliò gli azzurri che finirono sconfitti sotto un pesante 0-3. La prima gara del campionato italiano fu Lazio – Juventus (1-0 per i bianconeri) e Roma-Spal (finita 0-0) entrambe le gare valevoli per le ultime due giornate del torneo. Cominciava a circolare la voce che l’Olimpico “non portasse bene” alle squadre di casa.

A risolvere la strana diceria ci pensò … il Genoa. La prima della stagione 1953-54 proponeva fa le altre proprio Roma – Genoa e fu un autentico uragano giallorosso concluso con quattro reti (a zero) di cui tre nella prima mezzora. Iniziava la maledizione anti grifone. La stagione successiva altro successo capitolino ben più contenuto (2-1 il punteggio), ma conseguito grazie a due autoreti genoane rispettivamente di Larsen e Cardoni. Gol rossoblu di Frizzi e partita dominata dal Genoa di Sarosi. “La Roma, commossa, ringrazia” questo il titolo riportato all’epoca da un quotidiano. Un 2-0 giallorosso nella stagione 1955-56 condito tuttavia da recriminazioni genoane : sul punteggio di 1-0 un gol validissimo di Gunnar Gren viene annullato per fuorigioco dall’arbitro Rigato di Mestre. Finalmente il primo punto rossoblu nel campionato 1956-57 quando Frizzi riesce a pareggiare la rete di Da Costa, ma la storia negativa continua l’anno seguente e in modo beffardo. Sul punteggio di 1-1, nel finale lo stesso Da Costa realizza il gol vittoria in una partita fatta per i tre quarti dal grifone. Beffardo il titolo con cui La Stampa  analizza la partita : “ Il Genoa lascia all’Olimpico due punti e un’ottima impressione”. Da dimenticare la puntata successiva : un terribile 0-5 (quaterna dello svedese Selmosson) contro un Genoa imbottito di rincalzi; la settima storia si chiude invece con un più decoroso 0-1 prodotto tuttavia da un ex genoano di lusso, Paolo Pestrin.

Siamo nella stagione 1959-60. Dopo un paio di torneo nel limbo, il Genoa si ripresenta allo stadio del Foro Italico per tre stagioni consecutive. Due 0-1 con reti rispettivamente di Johnson e Fontana che  dimostrano come oltre a perdere non si riesce più a segnare. Al terzo tentativo esce sorprendentemente un 1-1 : al gol romanista di Angelillo, risponde Renato Cappellini. E’ il 1965, e per otto anni il discorso fra Roma e Genoa si interrompe. Quando riprende nella stagione 1973-74 ennesimo en-plein giallorosso (2-0 con reti di Prati e Spadoni). Il discorso  si rinnova due anni dopo e saranno altrettante sconfitte di misura per 0-1 risolte entrambe da un futuro genoano di scarso spessore ancor oggi pietra di paragone in casa genoana  per gli acquisti sbagliati. Tale è la figura di Giuliano Musiello. Un primo bilancio a fine 1978 parla di 11 sconfitte e due soli pareggi. Teniamo inoltre a precisare che la Roma era all’epoca avversario tutt’altro che irresistibile, giammai come quella successiva o quella attuale. Alla ripresa degli appuntamenti (stagione 1981-82) la Roma di Dino Viola è squadra da scudetto. Inevitabile il pedaggio che il grifone di Gigi Simoni dovrà pagare. Le tariffe negative saranno contenute; due 0-1 alternati da uno 0-2 ma si tratterà pur sempre di sconfitte nel rispetto della tradizione.

A inizio anni 90 i tabellini riportano un successo del Genoa a Roma contro i giallorossi con gol di Aguilera; ma la partita ha luogo al Flaminio, il secondo impianto della Capitale. L’anno successivo all’Olimpico ristrutturato il Genoa di Bagnoli consolida… la tradizione. Pato Aguilera va anche stavolta in gol ma gli avversari ne segnano tre. Fatto storico la stagione successiva. Uno 0-0 che rappresenta a tutt’oggi l’unica occasione in cui i capitolini non sono andati a rete. Uno 0-3 l’anno seguente, e un 1-1 con rimonta romanista di Cappioli al gol di Skurhavy, che figura come l’ultima volta in cui il Genoa ha raccolto punti all’Olimpico giallorosso. Da quel momento nove altri appuntamenti e altrettante sconfitte rossoblu.

Beffardo quel 2-3 relativo alla stagione 2007-2008. Dopo che Leon e Marco Rossi avevano rimediato ai gol di Taddei e Vucinic, gol decisivo di De Rossi su penalty concesso un po’ frettolosamente dall’arbitro Banti. Sfortunato lo 0-1 nel 2011-2012 con gol di Osvaldo e occasioni mancate da Palacio. Senza storia le altre partite, due 0-3 e un 0-4 sino all’ultimo scontro concluso 2-0 per gli uomini di Garcia con reti di Doumbia e Florenzi. Bilancio finale: 29 partite con 25  successi romanisti e 4 soli pareggi. Che dire di fronte a queste cifre impietose…. In qualità di genoani gradiremmo tanto che la triste storia si concludesse con questo articolo.

Marco Colla

Per gentile concessione dell’autore

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