GRIFO D’ATTACCO – Una decisione forte e rapida per superare la crisi del Genoa

All'interno della società esistono due correnti di pensiero che confondono il ponte di comando

Drago Retegui Criscito Gudmundsson Gilardino Perugia Strootman Coda Portanova Sturaro Blessin Labbadia Rovella Shevchenko Nuti Genoa Ballardini 777 Partners
Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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La sconfitta del Genoa a Perugia (1-0) apre lo stato di crisi. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 285ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

La crisi di novembre sembra non finire. «Dopo la rimonta di Terni sono capitati due pareggi e due sconfitte ma, in tutta onestà, più dei risultati mi preoccupa l’involuzione tecnica e la regressione mentale che sta accusando il Genoa: è una squadra sonnolenta, senza pericolosità, impalata come Blessin in panchina, che non ha stimoli per reagire allo svantaggio o al pericolo generato dall’avversario. Le avvisaglie si sono definitivamente palesate contro il Como, mentre Perugia è stata la conseguenza di due settimane di tempo perso: infatti, ci eravamo già posti l’interrogativo sull’opportunità di attendere dieci giorni senza decidere».

La crisi è nei numeri e nei fatti: ora che compito attende chi amministra il Genoa? «La società rossoblù deve assumere una decisione forte e rapida perché c’è una scollatura tra lo spogliatoio e l’allenatore: probabilmente gli uomini non si sentono a loro agio e nemmeno nel loro ruolo ideale in campo. All’interno del Genoa esistono due correnti di pensiero che confondono il ponte di comando: da una parte c’è il gruppo dei tedeschi, forse i maggioritari, che hanno scelto Blessin e atteso oltre ogni misura, poi ci sono gli italiani che già in estate spingevano per un cambiamento. Mi ha lasciato quantomeno perplesso l’ingaggio di uno specialista delle palle inattive: deduco che tale aspetto fosse trascurato o non sufficientemente approfondito durante gli allenamenti al Pio».

Le parole di Blessin sono tutto fuorché concilianti… «Lo reputo uno sfogo riuscito male, soprattutto perché quando reitera la parola “dilettanti” non si chiama mai in causa, e per questo irrimediabile. Certe parole, a prescindere dal momento e dal contesto, devono essere pronunciate tra le segrete dello spogliatoio, faccia a faccia con i calciatori. Oltre all’aspetto tattico, che demando a chi di competenza, chiunque subentrerà a mister Blessin dovrà ricostruire spirito e autostima di un gruppo che si è perso: taluni giocatori come Gudmundsson ed Hefti sono irriconoscibili, altri come Aramu, Yalcin e Yeboah non sono riusciti a superare talune difficoltà».

Cittadella, Südtirol ed Ascoli: tre partite in una settimana. «Ci diranno come il Genoa si presenterà allo scontro diretto al Ferraris contro il Frosinone, avversaria capolista di Serie B che in questo momento non è da considerare perché ha creato il vuoto. La classifica è molto corta in zona play off con sette squadre raccolte in tre punti, un ulteriore passo falso – che peraltro nessuno si augura – comporterebbe uno scivolone che la tifoseria genoana non accetterebbe: al pubblico rossoblù, al Curi presenti in duemila nonostante la trasferta, va regalato qualcosa di speciale per l’amore con cui ha sottoscritto ventimila abbonamenti a scatola chiusa».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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