GRIFO D’ATTACCO – Sturaro, un’uscita alla Scoglio

Le colpe sono a monte: la nuova società ha ereditato macerie

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Contro l’ultima in classifica il Genoa raccoglie solo un punto: faranno discutere le dure parole di capitan Sturaro. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 252ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il Grifone impatta 1-1 con la Salernitana e spreca l’opportunità di tornare alla vittoria. «É un pareggio che sa di sconfitta più per il Genoa che per il club campano, fanalino di coda ma con una partita da recuperare e un punto di penalizzazione sub iudice. Manca un rigore netto su Destro – ancora l’internazionale Di Bello – ma non serve attaccarsi all’episodio. La squadra di mister Blessin, meno brillante del solito, ha sprecato due altre occasioni da gol per centrare la vittoria: la prima, dalla quale è nato il pari della Salernitana, poteva incrementare il vantaggio mentre la seconda, costruita appena dopo l’intervallo, indirizzava l’inerzia della ripresa».

Cosa non le è piaciuto in particolare? «Se Badelj non gira e Rovella subentra male la squadra ne risente poiché il centrocampo ha poca qualità e molti giocatori propensi all’interdizione. Vanheusden ed Hefti hanno compiuto un duplice grave errore sulla sponda di Djuric e il tap-in di Bonazzoli, giocata semplice ma efficace con un centravanti alto e ostico da marcare. Per rendere di più, Destro deve giocare con un’altra punta, Piccoli ha un gran fisico ma poca esperienza: la società, che ha la mia totale fiducia dopo aver ereditato macerie, ha tuttavia colpevolmente tergiversato dopo il no di Piatek, andato alla Fiorentina, e l’esito negativo dell’estenuante trattativa con l’Atalanta per Miranchuk».

Che effetto sortiranno le forti dichiarazioni di Sturaro? «A livello di spogliatoio è un’uscita che ricorda quella dell’incomparabile Franco Scoglio quando con voce ferma disse di posare la borsa e togliersi le scarpe a chi non fosse convinto di restare in rossoblù. Sturaro ha ragione, le colpe sono a monte e il tempo è perso: vedo un capitano che con amarezza si batte sul petto al termine di una partita che lo ha visto uscire sfibrato e con i crampi dopo aver dato tutto ed essere finito tra i migliori in campo».

A Venezia per alzare il “Mose salvezza”? «Esatttamente, anche perché la gara di ieri conferma l’inutilità delle tabelle e delle proiezioni di classifica. Mancano tredici giornate al termine di questo anno storto, nato sotto una cattiva stella: spero che per il Genoa non sia un’agonia ma un periodo di partite da leoni, da disputare con determinazione per onorare la maglia che rappresenta un Popolo dotato di una fede incrollabile. Non a caso, contro la Salernitana il Ferraris era saturo al 92% della massima capienza pandemica consentita».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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