GRIFO D’ATTACCO – Gilardino, lezione a Mourinho: è grande Genoa

Notte da sogno a Genova: è la vittoria del tecnico rossoblù e di tutti i suoi ragazzi

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Un grande Genoa spazza via la Roma di Mourinho dal Ferraris: 4-1 per i rossoblù nella prima notte da sogno di mister Gilardino. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 315ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Abbiamo visto un grande Genoa. «Una delle partite più belle degli ultimi cinque anni. La squadra di mister Gilardino ha giocato una partita di coraggio e tecnica stravincendo contro la finalista della scorsa Europa League. Fin da subito i rossoblù sono parsi aggressivi sulla palla: la sconfitta di Lecce ha scatenato una reazione rabbiosa che ha dato la spinta a una strepitosa prestazione da parte di tutti gli interpreti, sia titolari che subentrati. Peccato che stavolta Mourinho non abbia riconosciuto un poco di doveroso merito al Genoa, lo Special One ha dirottato l’attenzione sui calciatori infortunati quando, in verità, in panchina aveva uomini come El Shaarawy, Belotti, Karsdorp, Aouar e Azmoun. Nel calcio, chi vince parla e chi perde spiega».

É anche la vittoria di Gilardino? «Assolutamente sì. Nelle ultime settimane il tecnico ha incassato critiche eccessive per due sconfitte in trasferta – Torino e Lecce – capitate a pochi giri d’orologio dal termine. Ribadisco la necessità d’equilibrio. Ha fatto i cambi giusti, bravo a togliere un nervoso Sabelli durante l’intervallo e dare fiducia a Messias in una fase di partita complicata da interpretare per un calciatore recuperato da un lungo infortunio. Il Genoa sta prendendo contezza della sua forza, ha preso sottobraccio la vittoria come il protagonista del brano “29 settembre” fa d’improvviso con una ragazza: mister Gilardino se la tiene stretta “come se non ci fosse che lei” perché aveva bisogno di fiducia e autostima. I quasi 32mila del Ferraris hanno recitato una parte essenziale trascinando la squadra».

E dei singoli? «Procediamo seguendo l’ordine di marcatura. Retegui è prolifico e sente la porta come i veri centravanti: il praticantato con Gilardino gli farà bene. Su Gudmundsson c’è poco da dire perché quando è in serata sfrutta una disarmante capacità di dribbling che fa la differenza in ogni zona del campo, alta, bassa o laterale che sia. Thorsby ha flottato tra le linee mentre il miglior Messias, come Malinovskyi, va atteso con pazienza. Frendrup è imprescindibile per dare equilibrio alla squadra, il terzetto della difesa è un punto di forza che il rientro di Vogliacco può migliorare. Infine, metto in guardia chi ci legge nell’evitare di cadere nello stupido errore di pensare che senza Strootman e Badelj la squadra giochi meglio: ci vuole rispetto per questi due calciatori veri ai quali auguro di rientrare il prima possibile, spero che dall’alto della loro esperienza si siano fermati in tempo».

La parola “rotazioni” fa meno paura in vista di Udine? «Sì, il Genoa ha un organico valido e a tal fine porto un esempio che vale per tutti: Matturro, nato nell’ottobre 2004, ha debuttato in Serie A in ottima maniera ed è un’opzione aggiuntiva che può ricoprire più posizioni a sinistra. Deve continuare a farsi trovare pronto perché avrà altre opportunità e avere la forza di reagire agli errori di gioventù. Per quanto riguarda la trasferta in Friuli che segnerà un altro esodo di tifosi rossoblù, dopo il passo falso di Lecce mi aspetto continuità di risultati: l’Udinese è oggettivamente in grave crisi – si vocifera di fiducia a tempo data a Sottil – e il Genoa deve far valere il momento buono».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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