Il Genoa sbanca l’Olimpico. Jackpot. L’uomo che risolve la partita contro la Lazio è Mateo Retegui. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 311ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.
Primi tre punti in Serie A per il Genoa. «La nostra analisi deve cominciare da Gilardino che in questa partita, la sua seconda nel massimo campionato, ha dimostrato di avere la stoffa da allenatore: ha studiato bene la Lazio, ha capito che il 4-1 subito all’esordio al Ferraris dalla Fiorentina nascondeva un messaggio nella bottiglia, ossia che fosse tempo di cambiare modulo. Inoltre, ha stimolato emotivamente i propri calciatori ottenendo una risposta straordinaria. La sua conduzione dalla panchina è stata ottimale perché nell’ultimo terzo di gara è tornato alla difesa a cinque senza rinunciare a Badelj e al contropiede con uomini di gamba come Thorsby, Martin ed Hefti. Ha tolto Retegui perché stremato – lo stesso vale per Malinovskyi che si è sacrificato molto e di più non poteva fare dopo una sola settimana – e sfruttato Ekuban nello spazio, l’unico uomo che attacca la profondità con fisicità».
Retegui vince il duello con Immobile: è il favorito per avere una maglia Azzurra da titolare? «Sì, il primo scontro è andato a favore dell’attaccante oriundo per il gol decisivo e anche per l’atteggiamento diverso, decisamente più propedeutico alla squadra. La lista dei calciatori convocati dal ct Spalletti sarà diramata il 1º settembre, quindi prima di Torino-Genoa. Retegui ha ampi margini di miglioramento e mi sembra che due trequartisti alle sue spalle come Malinovskyi e Gudmundsson possano esaltarne le caratteristiche predatorie. Contro la Lazio ha convertito in rete una delle due palle gol costruite dai suoi compagni di squadra, la media è molto buona. Immobile, invece, ha giocato male non solo per l’eccesso di nervosismo, ma anche perché il Genoa ha troncato ogni rifornimento verso le ali della Lazio che certamente alimentano la vena realizzativa del centravanti napoletano».
Gudmundsson delizioso, Vasquez granitico: il modulo con la difesa a quattro può essere l’abito giusto per il Genoa? «Più che i numeri, preferisco dire che per la prima volta ho visto un Genoa moderno e razionale che non è sceso a Roma per interpretare una partita esclusivamente difensiva, come troppe ne abbiamo viste, anzi ha dominato nella prima mezz’ora e sofferto il giusto concedendo pochi tiri alla squadra che l’anno scorso fece secondo posto: nel finale Martinez è stato impegnato prevalentemente con prese alte e uscite frontali. Fin da subito il Genoa ha dimostrato di avere una gran voglia di recuperare il possesso non appena perso, un atteggiamento giusto e rispettoso delle qualità che la Lazio non ha messo in mostra anche per merito del Grifone. Serve vuole equilibrio e flessibilità, in campo e nei giudizi: contro la Fiorentina non era tutto così brutto, così come domenica sera non è stato tutto così perfetto».
Il Toro alla vigilia della sosta: il Genoa arriva alla partita con un piccolo tesoretto in classifica che in pochi auspicavano? «É vero, l’inizio di calendario decisamente in salita lasciava spazio a pronostici non entusiastici ma il calcio è bello perché imponderabile, altrimenti non avrebbe gusto. Le squadre neopromosse, e quelle che un tempo venivano dette “provinciali”, hanno alzato la qualità media della Serie A: quest’anno sarà dura metterle sotto e avere vita facile. Il Torino non avrà Sanabria, una perdita notevole per la squadra di mister Juric che comunque concede poco. Il Genoa, invece, dovrà archiviare in fretta la grande prova di Roma e focalizzarsi sulle debolezze dell’avversario. Oltre ai punti in classifica, il Grifo avrà anche più fiducia: adesso serve dare continuità ai risultati».
Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti
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