GRIFO D’ATTACCO – Genoa, serve maggiore spinta offensiva

Gilardino in cerca di equilibrio: funziona la fase difensiva, da rivedere la sterilità di gol

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa esce dall’Olimpico di Torino con molta amarezza per aver perso contro il Toro in pieno recupero. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 312ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Il punto sfugge all’ultimo: festeggia il Torino. «É stata una partita brutta nella quale lo 0-0 pareva scritto ed era certamente il risultato giusto. Toro e Genoa non hanno mostrato gioco, hanno badato a difendersi ed evitare di concedere qualcosa all’avversario. Tuttavia, e ben inteso senza nulla togliere ai granata di Juric, è stata più una sconfitta del Genoa che una loro vittoria: il Grifone non ha inciso dal punto di vista offensivo, è stato remissivo e di baricentro basso per larghi tratti della partita, compreso il finale. Le critiche, però, non devono essere frontali perché senza la marcatura in extremis di Radonjic il Genoa avrebbe tenuto la porta inviolata per due trasferte consecutive in Serie A – non accade da tempo immemore – e molti userebbero toni meno sferzanti».

Sul regalo a Radonjic ravvisa un errore più grave di Hefti o Kutlu? «Male entrambi, forse per assenza d’intesa visto che il turco in prestito dal Galatasaray è giunto a Genova nelle ultime ore di mercato e ha svolto pochi allenamenti in gruppo con la squadra. Non voglio entrare nel tecnico, ma Hefti sbaglia con il posizionamento del corpo e Kutlu non gli concede il raddoppio di marcatura. La differenza l’ha fatta la qualità delle sostituzioni ma anche l’atteggiamento in campo: Gilardino ha riproposto gli stessi cambi che si sono visti a Roma con la Lazio (quattro su cinque), compreso il passaggio tattico alla difesa a cinque nei minuti finali, mentre Juric ha inserito calciatori più pronti e più impattanti di quelli a disposizione del tecnico rossoblù. Il risultato muta le opinioni generali».

Su cosa deve lavorare il Genoa? «Non tutto è da rifare, però in Serie A taluni concetti difensivi sono meno remunerativi rispetto alla Serie B perché c’è una categoria di differenza in tutto, a partite dagli interpreti. Il Grifo deve crescere in attacco perché Mateo Retegui, convocato in Nazionale dal ct Spalletti, è isolato e quando incontra un marcatore come Buongiorno non entra in partita perché gli servono le imbucate e i cross; Malinovskyi ha fatto addirittura il play, come Gudmundsson faceva in B, ma se l’ucraino è lontano dalla porta perde efficacia offensiva. La rosa ha dei vuoti – terzino destro, un vice Badelj, un’altra punta – ma ciò non deve essere un alibi. Lasciamo lavorare mister Gilardino con questo organico che deve esprimere altro potenziale, penso a Messias e De Winter che saranno a disposizione dopo la sosta».

Tra due settimane arriva il Napoli di Garcia. «Vado controcorrente perché credo che il Genoa farà una partita migliore contro i campioni d’Italia piuttosto che in trasferta a Lecce: i salentini stanno vivendo un momento grandioso che la pausa, però, può spezzare. Il Grifo arriverà davanti al pubblico del Ferraris con tre punti in tre partite inserite in un calendario fin da subito in salita, penso sia una buona media. Aspetto di capire se con il prossimo rientro di Vogliacco, uno dei protagonisti della promozione, il mister tornerà alla difesa a tre iniziale oppure, come invece auspico, continuerà con lo schieramento a quattro».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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