Genoa verso la salvezza nel frastuono della fu Super League

Oggi il Benevento, sabato lo Spezia. Ballardini viaggia sopramedia con cinque punti in più dell'anno scorso

Badelj Genoa
Milan Badelj al tiro (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Mentre il frastuono temporalesco della fu Super League continua a imperversare nei contraddittori sportivi, residua un campionato che, bello o brutto che sia, dev’essere contrattualmente condotto a termine. Quella in atto, non è un mistero, è la stagione più difficile del dopoguerra, come si poteva intuire già in estate una volta superate le asperità dell’organizzazione delle dodici partite-recupero disputate soltanto per arraffare l’ultima fetta della torta nuziale dei diritti televisivi. Sebbene di questa Serie A, ininterrotta ancorché vuota di tifo e tracimante di polemiche, ne abbia colma la misura buona parte degli appassionati, il calcio italiano è faticosamente riuscito a tenere in vita alcuni bagliori d’interesse, come la corsa al quarto posto per entrare in Champions League – ironia della sorte, a posteriori – e la lotta salvezza che per natura drammatizza all’ultimo. Il Genoa osserva con interesse quest’ultima da un piano rialzato, che grattacielo non è, consapevole di avere (avuto) le vertigini.

Oggi il Benevento, sabato lo Spezia. Il momento decisivo della stagione del Grifone è giunto portando in dote due gare al Ferraris, fattore campo ormai da precisare solamente per fini statistici o beghe d’archivio. Il Genoa ci arriva dopo aver perso contro Juventus e Milan, scissionisti il cui relativo gioco ha accentuato le principali lacune rossoblù (difesa lenta e molteplici disattenzioni nella “zona” sulle palle inattive). Stavolta sarà il Grifone a dover far male per primo, senza rischiare di essere anticipato, attaccando non già per disperazione dopo aver subito un gol poiché la fase difensiva della squadra di Filippo Inzaghi è tutt’altro che registrata. Il Benevento, che ha vinto una sola volta – contro la Juve all’Allianz Stadium – negli ultimi quindici incontri subendo trentaquattro reti, non brilla per talento o per cifra tecnica ma per quella pervicace volontà di restare aggrappato alla partita e il più possibile vicino all’avversario.

Pertanto il Genoa è chiamato primariamente a vincere ma anche a dare nuova propulsione a quel mollente di prestazioni che lo hanno condotto ai tre punti una sola volta nelle ultime dieci gare, peraltro senza mai chiudere in vantaggio il parziale all’intervallo e marcando la porta inviolata solo contro il Torino (era il 13 febbraio). Complessivamente, però, è superfluo aggravare l’equilibrio di un incontro delicato, come lo sono tutti, ma non da dentro o fuori giacché la Serie A viaggia sottoritmo rispetto un anno fa – probabilmente la quota salvezza sarà più bassa della tacca dei 36 punti tracciata dal Lecce retrocesso – e il Genoa ha cinque punti in più della scorsa annata. Non che sia una grandiosa soddisfazione, tuttalpiù semplici elementi che inducono a un accorto ottimismo nel frastuono temporalesco scatenato dalla Super League.

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