Genoa in una Serie B che assomiglia tanto a una A2

Il Grifone tra i favoriti per la promozione, sarà una Final Eight lunga nove mesi

Blessin Spors Genoa
Blessin e il gm Spors al Pio (foto di Genoa CFC Tanopress)

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La fisionomia quasi completa della prossima Serie B rende il campionato cadetto una A2 de facto, mutuando la terminologia da altre discipline sportive. Il Genoa, che punterà sulla continuità sia dirigenziale che tecnica, sconosciuta a Preziosi, con le permanenze del gm Spors e di Blessin, è chiamato ad avere la meglio nel delicato contesto di un para-campionato a otto squadre sulla carta favorite per il ritorno in Serie A: Benevento, Bari (con la difficoltà della multiproprietà), Brescia, Cagliari, Parma e Venezia, con le incerte Palermo e Monza ancora impegnate nei rispettivi play off. La sensazione è che le citate promovende siano lì raccolte, con le restanti squadre previste in un ruolo ancillare seppur non minoritario, anche per evitare di rincorrere ciecamente le spese superiori delle precedenti non riuscendo loro a rilanciare oltremodo ma essendo, invece, legittimate a fissare dei prezzi astronomici soltanto per aprire i negoziati di una trattativa.

Genoa, Cagliari e Venezia si sono accaparrate un tesoretto da sessanta milioni di euro – venticinque le rossoblù e dieci l’altra marinara – che rappresenta un vantaggio enorme rispetto ad almeno diciotto concorrenti, se investito con oculatezza. Tuttavia, una forte agilità finanziaria non equivale a vittoria tenuto conto che le caratteristiche particolari del campionato di Serie B polarizzano le necessità di una squadra la quale non può prescindere dalla freschezza atletica dei calciatori giovani e dall’avvedutezza di uomini esperti che conoscono il calcio. Juric fece il miracolo a Crotone con Ricci e Budimir ma anche con Palladino e Claiton, Dionisi con Andrea Cambiaso che veniva dal crociato di Alessandria ma altresì con Simone Romagnoli che ha all’attivo più di 260 partite in cadetteria. Il concetto teorico vale in qualsiasi seconda serie del mondo: eccezion fatta per l’ennesimo suicidio sportivo dell’Amburgo, lo Schalke è subito ritornato in Bundesliga con la qualità del classe ’99 Rodrigo Zalazar fusa all’esperienza di Terodde, l’identikit ideale del risolutore cadetto.

Essendo precipitato in un torneo meno qualitativo ma terribilmente più agonistico della Serie A, il Genoa sarà la squadra cui tutti vorranno fare lo scalpo sia per blasone storico che per eventuale statura d’organico. Gli ambienti saranno roventi, gli stadi dei catini scomodi non solo per chi decide di seguire il Grifone in trasferta: tutti vorranno battere il Genoa, e viceversa. La A2 del domani stupirà con una bellezza in miniatura, da mercato rionale il sabato mattina, e una ritrovata dignità dopo parecchi anni di incurato decadimento e irrefrenabile scollamento dal massimo campionato che ormai percorre una strada tutta sua. Sarà una Final Eight lunga nove mesi, da agosto a metà maggio, senza l’interruzione generata dal Mondiale in Qatar e parimenti contraddistinta da una pluralità di scontri diretti che settimanalmente rimetteranno in discussione la classifica. La qualità e la la continuità di risultati faranno la differenza nella prossima B, anzi nell’imminente A2.

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