GRIFO D’ATTACCO – Gilardino schiera il carattere allo Stadium

Cinque uomini offensivi per sorprendere la Juventus, la mossa che molti attendevano

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Beppe Nuti, giornalista di Telenord

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Il Genoa si conferma il disturba-grandi: a Torino, disputa un’ottima prestazione contro una Juventus in chiara difficoltà. Parleremo del momento rossoblù con Beppe Nuti, giornalista di Telenord, nella 341ª puntata della rubrica di Pianetagenoa1893.net “Grifo d’Attacco”.

Un Genoa in versione “5 e 5” alla livornese: a Torino, con cinque uomini offensivi e altrettanti di contenimento. «Gilardino ha assunto una decisione tattica di carattere e di personalità proponendo Spence, Vitinha, Gudmundsson, Messias e Retegui fin dall’inizio. La mossa che molti attendevano ha dato esito positivo grazie all’adattabilità e alla qualità degli interpreti: Albert flottava tra le linee, Messias agiva sulla fascia sinistra e Vitinha più decentrato a destra per dare equilibrio. Spence mi ha impressionato, superlativo anche in una difesa a quattro ed entusiasmante quando ha compiuto l’ultimo recupero su Iling a cinque minuti dal termine: per me, l’inglese è stato il migliore in campo assieme a Vasquez. Il Genoa è stato superiore sulle fasce, ha contenuto Cambiaso e annullato Chiesa».

Due punti contro la Juventus. «Negli ultimi quattordici anni è capitato soltanto due volte di concludere la stagione senza perdere contro la Juventus: nel 2012 (due pareggi) e nel 2019 (un pareggio e una vittoria). Oggi, tra andata e ritorno, il Genoa ha conquistato due punti meritati, benché la partita di ritorno sia stata meno spettacolare di quella d’andata: un primo tempo senza emozioni, a parte un colpo di testa all’indietro di Bani controllato da Szczesny, seguito da una ripresa che ha visto il Grifone concedere territorio ai bianconeri – autori dopo l’ora di gioco del primo tiro verso Martinez – che li ha portati a colpire due pali. La migliore versione della Juventus si è vista con il subentro di Rabiot il quale ha permesso di alzare il loro baricentro, ma senza mai dominare il Genoa che ha vissuto una sofferenza controllata com’è normale che sia allo Stadium».

Il Genoa è a ridosso della metà della classifica: quale obiettivo per il dopo-sosta? «Penso che mister Gilardino ne abbia più di uno. Intanto, il dodicesimo posto è ancora da consolidare con almeno un paio di vittorie. Al contempo è giusto, per ambizione e stimoli, continuare a guardare a traguardi ragionevoli – insomma, a Torino e Monza – perché nelle ultime giornate inizia un mini campionato di nove partite nel quale può succedere di tutto. Il Genoa ha una serenità di classifica che consentirà al tecnico di provare con maggiore assiduità altri uomini rispetto ai suoi titolarissimi: ieri è stata la volta di Bohinen, del buon subentro di Cittadini (avvenuto all’improvviso a causa dell’infortunio di Bani) e dell’esordio assoluto di Ankeye in un momento particolare della partita. Mi sembra che il Grifone abbia una panchina di struttura che per Gilardino sarà un valore aggiunto fino a maggio».

A proposito del mister, le acerbe critiche post Monza si sono già diradate… «Fa parte del gioco, lo sa bene, infatti non lo spostano neppure di un millimetro. Ciononostante, valutare l’operato di un allenatore esclusivamente con la chiave di lettura del risultato è alquanto fastidioso e umorale. Il valore di Gilardino non è “ballerino” come le quotazioni della borsa, ma anzi si è consolidato nei trequarti di stagione che si è svolta: piano piano si è messo alle spalle quel gruppo di retrocedende – Frosinone, Udinese, Cagliari, ecc. – che certamente non stanno abbellendo la Serie A. Attraverso il miglioramento dei calciatori, il mister sta iniziando a raccogliere i risultati dei semi che ha piantato la dirigenza: adesso, sta ad essa compiere la mossa giusta per custodire un grande allenatore per altri anni a venire».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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