Finale
L’ultimo atto del Selis, disputato sul sintetico del “Signora Chiara” di Calangianus, vede contapporsi due filosofie opposte: da un lato la Juventus, forte del motto “vincere è l’unica cosa che conta”, e dall’altro il Genoa dell’impeccabile selezione del talento a chilometro zero. Una partita tirata, vissuta con sano agonismo e grande lealtà da entrambe le formazioni che si sono confermate modello sotto il profilo comportamentale: vince la Juventus con il minimo scarto, 1-0, risolvendo la finale da calcio d’angolo a due minuti dai tempi supplementari.
Il Genoa di mister Cipani ha comunque compiuto un piccolo capolavoro tenendo testa a una formazione tanto prolifica quanto micidiale (44 gol in sei partite): l’occasione di Bellone prima del vantaggio di Zanaga e l’ultimo pallone di Ahanor gridano vendetta. La coppa va alla Juventus di Grabbi per un solo gol subito in meno: le finali sono così. I Grifoncini perdono la prima partita da agosto, chiudono al secondo posto con i complimenti di mister Grabbi e incredibilmente travolti dall’affetto del pubblico sardo, segno che a livello empatico e d’identità del gioco il Genoa raccoglie sempre più di qualsiasi avversario.