Genoa a bassa prolificità offensiva: con Coda, Puscas rimedio contro la Spal

In ciascuna partita il Grifone è arrivato più volte alla conclusione pericolosa ma la media realizzativa non soddisfa

Puscas Genoa
Puscas anticipato dal portiere (foto di Genoa CFC Tanopress)

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Il confine naturale della pazienza, riconosciuta in letteratura come la virtù degli eroi, è delimitato dalle idee. I tifosi possono attendere con fiducia la crescita della propria squadra a patto che essa coltivi un’idea di calcio che sia convincente anche perché come soleva ripetere Zeman «il risultato può essere casuale, la prestazione no». Visto faticare oltre ogni ragionevole misura contro il modesto Modena, il Genoa sembrava quello studente ripetente che finisce per accontentarsi del diciotto a ogni esame poiché scoraggiato dal fatto di essere precipitato in una classe che non gli appartiene. Il Grifone ha meritato la vittoria e i primi tre punti al Ferraris ma neppure stavolta la squadra di mister Blessin ha suscitato l’impressione di omogeneità di gioco e tanto meno di sua chiarezza espositiva alla luce della ripetitiva salva di lanci lunghi e anche di calci d’angolo eseguiti in modo confuso in particolare nella seconda frazione di gara.

A fronte di un accresciuto numero di potenziali occasioni da gol create nell’arco dei novanta minuti, i rossoblù paiono incorrere nelle medesime criticità della passata stagione a cominciare dalla morigerata prolificità offensiva (sette reti in sei partite, peggio soltanto il Cagliari tra le prime nove in classifica) sino al pervicace impegno di calciatori in ruoli innaturali, e dove forse la prima difficoltà è la conseguenza di una già accertata intransigenza tattica che non si può depistare cambiando due numeri al modulo. Il tridente che Blessin ha schierato alle spalle di Coda con interpreti le cui caratteristiche non sono né da ala pura (Jagiello e Yalcin), né da trequartista (Portanova) ha finito per ingolfare e decentrare dall’area di rigore l’attaccante da oltre cento gol in Serie B il quale, infatti, si è espresso meglio nel contesto di un 4-3-3 costruito nell’epilogo di partita avendo ai fianchi Aramu e Yeboah.

C’è di buono che in ciascuna uscita stagionale, anche quella in Coppa Italia ad agosto, il Genoa è arrivato più volte alla conclusione pericolosa ma ciononostante la sua media realizzativa resta bassa persino con Coda la cui spalla ideale in quanto a esplosività e fiuto del gol era forse quel Flavio Bianchi cresciuto fin dalla più tenera età nel vivaio di casa ma così frettolosamente ceduto al Brescia. Ora c’è Puscas che scalpita per una maglia da titolare a Ferrara contro la Spal. Il Genoa seguita a interpretare meglio la fase difensiva, o di riconquista della palla, che la fase offensiva: Blessin, però, ha a disposizione gli strumenti per correggere tale equivoco e, da oggi, persino due settimane di tempo – una rarità in stagione – per allineare la condizione atletica e lavorare su qualcosa di diverso da ciò che fatica ad attecchire. Idee e pazienza, le virtù dei più forti.

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