Espugnare il Meazza è un toccasana per il Genoa – Coronavirus: fermate la serie A

Per gli uomini di Nicola è arrivato un poker di risultati consecutivi positivi esterni. Ma perché il Governo non decide di bloccare la serie A?

Marco Liguori

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Comincio con il dolce: è un toccasana, miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, una grande soddisfazione per il Genoa. Per gli uomini di Nicola è arrivato un poker di risultati consecutivi positivi esterni: pareggi con Fiorentina e Atalanta, vittoria con Bologna e Milan. Ora il Grifone ha agguantato il Lecce (in caduta libera nei precedenti turni) al quartultimo posto, ha un punto in meno della Sampdoria, è a tre lunghezze dall’Udinese che ha pareggiato in casa con la Fiorentina (a +5 sui rossoblù) e a sole due lunghezze dal Torino: è dunque decisamente in corsa per la permanenza in serie A.

Oggi pomeriggio si è vista una squadra in salute come quella rossoblù, nonostante i contraccolpi per il terremoto nei calendari, che ha saputo anche resistere nonostante l’uscita di Behrami e Schöne che avevano ben tenuto il centrocampo: al contrario, i rossoneri sono apparsi spenti e il gol di Ibrahimovic è avvenuto causalmente in mischia su calcio piazzato. Merito della filosofia tutta italica dell’allenatore rossoblù: mediana solida, gioco veloce sulle fasce, attaccanti che incrociano nella zona difensiva avversaria. Un tipo di atteggiamento offensivo che ha fatto arrivare Sanabria (che non è prima punta) al top e ha ridato ancor più energie a Pandev. Sembra che il Genoa sia ancor più forte in trasferta che in casa: vedremo la controprova nella sfida col Parma al Ferraris, stop per il Coronavirus permettendo.

*****

E passiamo all’amaro. Anche oggi prima delle partite abbiamo assistito al “teatrino” tra Governo, Lega Serie A e Figc: si gioca, non si gioca, anzi no, giochiamo e basta. Sullo sfondo resta l’emergenza per il Coronavirus che ha contagiato personaggi della politica (come i presidenti regionali Zingaretti, Fontana e Cirio) e ha colpito anche quelli dello sport: ultimo è Rullo, patron del Novara, ma i giocatori non sono immuni. Martedì prossimo ci sarà un Consiglio federale straordinario: ma non è la Figc e neanche la Lega serie A che devono disporre lo stop al campionato. Ad evitare questo “pasticciaccio brutto” ci avrebbe dovuto pensare il Governo, inserendo nell’ultimo decreto un espresso divieto di far svolgere a porte chiuse, aperte o semichiuse tutte le manifestazioni sportive: ciò per motivi di ordine pubblico riguardanti la salute nazionale, poiché, come spiegava anni fa un docente universitario, «l’ordine pubblico non si tutela soltanto con la Celere e i carabinieri nelle piazze, ma riguarda la salvaguardia di concetti ben più ampi». A quel punto Lega e Figc avrebbero dovuto accettare le disposizioni e chiudere il campionato. Ma perché il Governo non lo ha previsto? Ha chiuso scuole e tribunali, ma la serie A non si tocca. Paura di scontentare i club, le pay tv oppure i tifosi? Ma così come sta proseguendo, tra rinvii e l’incertezza del contagio della malattia, che razza di torneo è? Fermate tutto, vogliamo scendere. Lancio una proposta. D’intesa con la Uefa, si potrebbe giocare in seguito, rinviare gli Europei e le coppe, concludendo l’attuale torneo da settembre in poi oppure annullandolo come non fosse stato disputato. Nel 2021 si organizza un campionato straordinario da gennaio a giugno, con due gironi Nord e Sud da dieci squadre ciascuno, sulla falsariga del campionato 1945-45, con turni anche al mercoledì. Poi, via ai play off scudetto per le prime quattro di ciascun girone, e quelli per le coppe tra le squadre classificate dal quinto all’ottavo posto, oltre ai play out per le ultime quattro. Una formula che potrebbe piacere molto anche alle tv, in cerca della novità e del pathos nelle competizioni sportive. Già, sembra facile: ma ai grandi club potrebbe piacere questa formula straordinaria? Passo e chiudo!

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.