ESCLUSIVA PIANETAGENOA – GIUSEPPE GRECO: «Il Genoa è la mia seconda casa. Un giorno spero davvero di poter ritornare»

L'attaccante del Grosseto, che per due anni ha militato tra le file rossoblù, torna oggi al "Ferraris" da avversario


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Amici contro. Per novanta minuti rivali, ma dopo il triplice fischio per Giuseppe Greco sarà il momento degli abbracci e dei saluti con i vecchi compagni di squadra e con il pubblico del “Ferraris”, che lo ha sempre apprezzato per la sua semplicità fuori dal campo e per le doti tecniche che, soprattutto in serie B, è riuscito a mettere in mostra.

Il suo presente è a Grosseto ma il passato (e, chissà, il futuro) è tinto di rossoblù, con quarantacinque partite disputate, tra C e B, e dieci gol realizzati, molti dei quali di ottima fattura.

Da un Grifone all’altro, con tanti ricordi che si sovrappongono e che rendono questo terzo turno di Coppa Italia una sorta di rimpatriata per il duttile attaccante, oltre che per il difensore Angelo Iorio.

Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva “Lupo” Greco, bomber del Vecchio Balordo dal 2005 al 2007 ed attuale punto di forza del Grosseto di mister Moriero.

Il Genoa non è certo un avversario qualsiasi per lei che, in rossoblù, ha militato due stagioni…

«E’ la mia seconda casa e ci sono legato ancora non solo a livello contrattuale ma anche sotto il profilo umano. Conservo un bellissimo ricordo della mia esperienza e spero davvero, un giorno, di poter ritornare».

Lei è stato uno dei protagonisti della risalita del Grifone dalla serie C alla serie A. Quali sono le immagini che le tornano in mente con maggior frequenza?

«Sicuramente le partite che hanno sancito la promozione in serie B prima ed in serie A poi. L’entusiasmo e le emozioni provate in quelle circostanze sono state davvero forti. Nel complesso, comunque, tutti i due anni sono stati bellissimi ed hanno rappresentato una grossa opportunità di crescita».

Lei è andato a segno contro lo Spezia ed il Pizzighettone. Che effetto le fa vedere ora il Genoa lottare per traguardi ambiziosi nella massima serie?

«Sembrano trascorsi decenni ed invece stiamo parlando soltanto di cinque anni fa. Non nascondo che, ripensando all’esperienza in serie C, mi risulta strano constatare come il Genoa sia arrivato in così breve tempo a ridosso delle grandi del calcio italiano. Sono davvero contento per i tifosi rossoblù e per la società, che attraverso il lavoro, la serietà e la programmazione, è riuscita a restituire al Genoa la dimensione che gli compete».

Nell’anno di serie B lei segnò sette gol, alcuni di ottima fattura. Quale ricorda con maggior piacere?

«In quel campionato riuscii a realizzare dei bei gol. In particolare me ne vengono in mente tre: contro il Rimini, l’Arezzo ed il Brescia».

L’unica doppietta che firmò con la maglia del Genoa risale ad un match di Coppa Italia contro il Pisa. Se questa competizione la esalta i genoani devono tremare…

«Beh, non so il motivo, ma in questa manifestazione ho sempre segnato tantissimo, quasi più che in campionato. Un anno fui addirittura capocannoniere con cinque reti. Contro il Genoa, innanzitutto, mi piacerebbe scendere in campo. Disputare nuovamente una partita al “Ferraris” mi susciterebbe di sicuro sensazioni particolari».

Che Grosseto si presenterà a Marassi?

«Una squadra che non sta passando un grandissimo momento ma che dispone comunque di giocatori di grande valore come Allegretti, Consonni e Vitiello. Il Genoa è il Genoa ma noi possiamo dire la nostra ed abbiamo la voglia di fare bella figura».

Rossi, Scarpi, Criscito, Sculli, Milanetto. La trasferta a Genova le permetterà di incontrare anche vecchi compagni di squadra…

«E’ un grande piacere poter riabbracciare questi ragazzi, con cui mi sono sempre trovato benissimo. Lo scorso anno li venni a trovare al campo di allenamento nel periodo in cui ero fuori combattimento a causa di un infortunio. Mimmo Criscito, inoltre, lo incrociai anche in un altro frangente in aeroporto e scambiammo quattro chiacchiere in allegria».

A proposito di Criscito, si sarebbe aspettato di vederlo giocare un giorno con la maglia della nazionale italiana?

«Quando ci trovammo al Genoa, già con mister Gasperini in panchina, vidi in lui grandissime potenzialità. Era un po’ gracilino ma sotto il profilo tecnico e tattico aveva stupito tutti. E’ cresciuto ancora e la maglia azzurra rappresenta un traguardo che ha raggiunto con le proprie forze e con pieno merito».

Saranno molti i tifosi che avranno piacere di salutarla a margine del match tra Genoa e Grosseto. Un po’ emozionato?

«Sì, non lo nego. Non vedo l’ora di arrivare allo stadio e di tuffarmi in quell’ambiente che conosco così bene e che mi ha regalato tanto. Sarà l’occasione per ritrovare vecchi amici e per ringraziare di tutto l’affetto ricevuto durante la mia esperienza in rossoblù. Andrò via salutando con un ciao ma vorrei con il cuore si trattasse solo di un arrivederci».

Claudio Baffico

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