ESCLUSIVA PG – Oddone, l’arbitro di Genoa-Sanremese: «Grifone, squadra coesa»

L'opinione del direttore di gara dell'amichevole di giovedì scorso: Bani propositivo; Coda assist man; Gudmundsson devastante; Portanova determinato

Bacci, Oddone e Michelotti, la terna aritrale di Genoa-Sanremese (© Calcio Liguria SSD)
Da sinistra: Bacci, Oddone e Michelotti, la terna arbitrale di Genoa-Sanremese (© Calcio Liguria SSD)

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È ormai un appuntamento fisso quello che Calcio Liguria ha con il Grifone: gli organizzatori dei più importanti tornei regionali di calcio amatoriale, infatti, offrono alla società rossoblù le proprie figure arbitrali negli incontri amichevoli (o “allenamenti condivisi”, come li definisce la società di Villa Rostan). E Calcio Liguria – amministrata da Sandro Scarrone – non si è tirata indietro quando la dirigenza genoana ha chiamato per Genoa-Sanremese andato in scena giovedì 17 novembre, affidando a Roberto Oddone la direzione di gara ed affiancandogli gli assistenti Claudio Bacci e Gianluca Michelotti.

Pianetagenoa1893.net ha raggiunto l’arbitro della gara, Roberto Oddone, avvocato 49enne con un passato giovanile di arbitro federale e fra i primi “fischietti” ad aggregarsi a Calcio Liguria (già nel pieno delle attività con 190 squadre impegnate nei vari campionati).

Quanto è diverso il Genoa visto in amichevole da quello che ha affrontato i primi tredici turni del campionato cadetto? «Ovviamente il risultato di nove reti contro una degli ospiti lascia il tempo che trova. Il Genoa ha avuto di fronte una compagine di tutto rispetto che è seconda in Serie D. I giocatori della Sanremese correvano come dei matti. Sono stati degli avversari di tutto rispetto. Il Genoa ha dimostrato di essere una squadra molto coesa, con tanta grinta. I calciatori in casacca rossoblù erano molto determinati. Come intensità di gioco erano “sul pezzo”, come si dice nel vostro mondo giornalistico. Si vede che è un gruppo, comunicano molto fra di loro».

È noto il tuo tifo per la squadra calcistica più antica d’Italia. Nei campionati ufficiali è rara una designazione per una gara della squadra della propria città. In amichevole le cose cambiano: «Non ti nascondo che ovviamente è una grande emozione. In queste occasioni esce il bambino che c’è in me. Quando ti confronti con queste realtà è sempre un banco di prova impegnativo. Sono stato designato diverse volte, da Calcio Liguria, come assistente arbitrale. In una occasione avevo diretto il Genoa ma l’avversario era la formazione Primavera. Genoa-Sanremese è stata la mia prima volta con una avversaria non… di famiglia. Però da arbitro federale ero stato designato, tantissimi anni fa, come guardalinee in alcune amichevoli al “Pio”».

Un tifoso che ha l’occasione di essere in mezzo ai propri beniamini: «Quando ti confronti con queste realtà, il tifoso deve rimanere a casa. Indossata la divisa da arbitro, esiste solo il regolamento e la gestione della gara, pur amichevole che sia».

Genoa-Sanremese, pur gara amichevole, è stata difficile da gestire? «Quando i giocatori, sia professionisti che dilettanti, capiscono chi li sta arbitrando, la strada è spianata. Durante l’intervallo, Badelj e Portanova sono venuti a stringerci le mani complimentandosi con noi. Chissà, forse erano troppo abituati alle ineccepibili direzioni di gara del bravo Sandro Scarrone… (sorride, nda)».

Come hai visto il Genoa sotto l’aspetto tecnico? «Intanto è evidente come ci siano dei leader in campo. Bani in difesa, propositivo anche in attacco (due le reti messe a segno, nda). Yalcin in questa partita è stato molto tosto nei contrasti. Coda non ha segnato ma è sempre nel vivo dell’azione. Gudmundsson quando parte con la palla al piede è uno spettacolo guardarlo; riesce a saltare tre o quattro avversari con finte disorientanti. È un gruppo molto unito, molto grintoso. Hanno una importante cattiveria agonistica. Portanova è determinato. Da tifoso ne sono rimasto confortato».

Gianluca Michelotti e Roberto Oddone con Manolo Portanova (© Calcio Ligura SSD)
Gianluca Michelotti e Roberto Oddone con Manolo Portanova (© Calcio Ligura SSD)

Hai evidenziato la mancanza di gol da parte di Massimo Coda: «Sì, ma tutti i palloni che giocava erano ghiotti assist per fare gol. È sempre nel punto nevralgico dell’azione mettendo l’uomo smarcato davanti il portiere avversario. Ha favorito diversi gol. Nell’ambito della partita tende ad allargarsi e se i compagni leggono le sue intenzioni, riescono a diventare pericolosi per il portiere avversario».

Dai calciatori agli arbitri. Qual è la tua opinione sugli attuali direttori di gara? «Gli arbitri italiani sono tecnicamente i migliori a livello europeo; atleticamente preparati, appaiono psicologicamente fragili; in alcune situazione appare il loro essere, forse, condizionati. Il Var certamente aiuta molto ma resta comunque l’interpretazione personale; in particolari occasioni sembrano poco sereni. Orsato era tanta roba, molto partecipe, non va a muso duro, preferisce il dialogo all’intervento disciplinare. È stato ed è un mio modello. Fra gli altri colleghi oggi in attività, faccio fatica a trovarne qualcuno a quel livello; c’è chi è indisponente e permaloso, chi vuole apparire ma ci sono ovviamente arbitri che hanno del potenziale».

La tua passione arbitrale quando nasce? «Giocando al calcio ed amandolo. Non rinuncio mai ad una partita fra amici e questo aiuta a capire la psicologia del calciatore. La figura dell’arbitro mi ha sempre appassionato. Mi piace parlare coi calciatori, studiare gli approcci, dialogare con loro. Portare a termine nel migliore dei modi una gara con in campo teste calde è una soddisfazione. Mi piace spiegare, nei limiti regolamentari, i miei interventi».

E la passione per il Genoa? «Da sempre. Mio papà è un grande genoano. La mia prima partita fu un Derby terminato 2 a 2. Ho tanti bei ricordi, da tifoso, ma anche molte delusioni. Fra i bei ricordi, posso sicuramente citare la mitica trasferta a Modena. Ho seguito il Genoa in tutte le trasferte legate alla Coppa Uefa del 1991; e fra le gare di quel torneo, come non dimenticare il colpo di testa di Skuhravy con l’Oviedo, al “Ferraris”; e poi la gioia di vedere il Genoa che vince contro la Juventus a Torino…».

Il salto di Skuhravy che pareva avesse preso l’ascensore. Ora ci vuole il salto per il Genoa attuale. «Patiamo le squadre che si chiudono. Il Genoa ha un gioco che esprime meglio delle altre, forse occorre variare le soluzioni in fase offensiva».

Gianluca Michelotti e Roberto Oddone con Silvan Hefti (© Calcio Ligura SSD)
Gianluca Michelotti e Roberto Oddone con Silvan Hefti (© Calcio Ligura SSD)
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