Una sola stagione col Vecchio Grifone (campionato di Serie B 2003/2004, 12 gol per lui) è bastato per farlo innamorare dei colori rossoblù. Dalla Croazia, dove ora lavora come dirigente dell’Istra 1961, Sasa Bjelanovic ha parlato in esclusiva con PianetaGenoa1893.net.
«Seguo sempre il Grifone, e mi informo su come sono andate le partite e come ha giocato. Il campionato di Serie B è lungo e difficile, ma l’importante è rimanere sempre là davanti come sta facendo ora la squadra di mister Gilardino», spiega.
«Questo Genoa ha la fortuna di avere un bel mix di giovani ed esperti, come i vari Gudmundsson, Frendrup, Strootman – prosegue Bjelanovic -. Giocatori che hanno comunque già una certa esperienza a livello internazionale, e sono il vero valore aggiunto. A volte però può non bastare, perché se guardi la rosa del Frosinone capolista ti rendi conto che il segreto è la continuità. Inoltre per vincere il campionato cadetto è sempre importante avere un giocatore di peso davanti, e secondo me uno come Massimo Coda è l’emblema perfetto: per carisma, esperienza e fiuto sottoporta. È vero che ha passato un periodo negativo, come può capitare ad un centravanti, ma indossare la maglia rossoblù è una bella responsabilità e a volte può pesare».
Non solo Coda, però, la davanti: «A me piace anche Puscas, nelle ultime uscite ha fatto bene e sta piano piano prendendo confidenza con l’ambiente. È un’altra garanzia».
Bjelanovic arrivò al Genoa nel periodo di passaggio alla nuova era di Enrico Preziosi, adesso è tutto cambiato anche a livello societario. Come allora, furono forse commessi degli errori inizialmente: «Il primo anno fu difficile, ricordo che nel mercato invernale di gennaio 2004 fummo la squadra che cambiò più calciatori di tutti. La rosa fu stravolta, arrivarono giocatori importanti tra cui Diego Milito e inizialmente non fu facile. Quel torneo lo chiudemmo in affanno evitando comunque lo spettro della retrocessione in Serie C – racconta -. Non conosco bene la proprietà americana e le loro dinamiche, da tifoso rossoblù quale mi sento potrei dirti che l’anno scorso mi sarei aspettato qualcosa in più sul mercato per salvare la squadra. Ma penso siano stati fatti errori in assoluta buona fede. Conosco il direttore Ottolini e so come lavora bene».
Infine un augurio di Bjelanovic per tutti i genoani: «Spero di tornare presto al Ferraris, magari per un giorno di festa… Vorrebbe dire che l’obiettivo è stato raggiunto!».