ESCLUSIVA PG, FRANCOMACARO “Lo Sciamano”: «In futuro avremo la Stella rosa»

«Una ragazza che gioca a calcio lo fa con il cuore, spesso contro la volontà di tutta la famiglia» spiega il mister

Francomacaro Sciamano Genoa
Cristiano Francomacaro, lo Sciamano del Genoa (dalla sua pagina Facebook)

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Superate le celebrazioni della Festa della Donna, Pianetagenoa1893.net ha intervistato in esclusiva Cristiano Francomacaro. Quello che per tutti è conosciuto come “lo sciamano” allena la formazione femminile Under 17 del Genoa.

Abbiamo il piacere d’intervistare il mister più longevo nella storia del Genoa, vero? «Assieme a Luca Chiappino e Sidio Corradi componiamo una terna di over 1000, ossia il numero di panchine maturate in rossoblù. Sono in ottima compagnia».

Il suo motto è “Aquì no se rinde nadie”, nessuno si arrende, del rivoluzionario Cienfuegos. Questa frase sarebbe piaciuta a Franco Scoglio? «Ne sono certo. Gli allenamenti del Professore erano lezioni a cielo aperto. Conoscerlo è stata un’esperienza travolgente. Scoglio aveva una metodologia quasi scientifica: era all’avanguardia. Proponeva un calcio che oggi sarebbe moderno, figuratevi negli Anni ’90».

Francomacaro, ci può dire perché è soprannominato “lo sciamano”? «La paternalità è di Davide Gazzano, un ex della Primavera: in inverno uso dei giubbotti lunghi che mi fanno assomigliare appunto a uno sciamano. Prima ero “il mago”, anche per via dei risultati sportivi che ho raggiunto in carriera».

Appunto, la sua carriera è ricca di capitoli: calciatore, preparatore atletico, allenatore e ora il femminile. «Ho avuto la fortuna di intraprendere un percorso con più tappe, fare tanta gavetta e conoscere molti professionisti. Nel calcio deve esistere il preparatore atletico integrato, una figura capace di creare in allenamento delle situazioni simili alla partita. Lavoro ancora con la scuola elementare e mi rendo conto che l’Italia deve darsi una mossa per coordinare l’istruzione alla materia motoria».

Che cos’è per lei il calcio? «E’ un mezzo, non un fine: uno sport che corregge, talvolta sensibilmente, difetti come la dislessia o la disgrafia. La situazionalità del calcio stimola l’adeguato sviluppo del cervello. Inoltre, è un elemento aggregante, soprattutto in una comunità come Genova. Il salto di qualità sarà fatto quando avremo disincagliato il risultato dalla prestazione: al Genoa ci stiamo riuscendo anche grazie alla dottoressa Viacava».

Quali sono i pregi nell’allenare delle ragazze? «Loro non tradiscono mai e pretendono la coerenza nelle scelte tecniche. Ogni allenamento è di grande intensità, anche nei periodi in cui il corpo femminile è naturalmente debilitato. Il maschio, invece, tende ad avere più cali di forma ed è più circuibile con una “mussa”, come diciamo a Genova».

Il Genoa Under17 Femminile 2018 (Foto Genoa cfc Tanopress)

Francomacaro, com’è strutturata una normale settimana di una calciatrice del Genoa? «Allenamenti tutti i giorni – sabato compreso – alle tre del pomeriggio e partita di domenica mattina. Le ragazze compiono dei veri sacrifici perché allo sport abbinano ottimi risultati scolastici. I grandi club riconoscono la qualità del nostro calcio: vogliamo giocare la palla senza essere succubi della pressione dell’avversario. L’invito della Nazionale a disputare un’amichevole è un risultato prestigioso e mai realizzato prima».

Come valuta la condizione della donna nel calcio? «Vanno superati molti stereotipi. Gli enti preposti e la Federazione devono avviare un percorso di professionismo per le ragazze, se lo meritano. La calciatrice va equiparata al calciatore, anche sotto l’aspetto delle strutture sportive. Colgo l’occasione per invitare chi ha competenza politica a riqualificare le molte aree in disuso del territorio ligure: meno cemento e più prati d’erba».

Com’è messa l’Under 17 rossoblù? «Il Genoa ha sostenuto l’intuizione di Santo Bignone, il responsabile del settore rosa: la società ha ora ambizioni di altissimo livello. Al momento siamo terzi in campionato e domenica affronteremo l’Atalanta in uno scontro diretto. Sono felice di partecipare al Torneo di Viareggio: giocheremo sottoleva contro squadre Primavera ma daremo battaglia, come da nostro spirito».

Francomacaro, qual è la sua missione nel settore femmnile del Grifone? «Assieme a Marco Oneto mi definisco un formatore, uno pseudotecnico che riempie il bagaglio personale delle giocatrici non solo con la tecnica ma anche con valori e appartenenza al Genoa. Sono convinto della bontà della “filosofia del chilometraggio zero” di Michele Sbravati: le mie ragazze, infatti, sono tutte genovesi (solo tre sono savonesi). Sono certo che quando avrò la prima squadra, con loro vincerò il decimo campionato della nostra storia: la stella rosa per il Grifone».

Giada Abate è il fiore all’occhiello del vivaio femminile rossoblù?  «E’ il capitano della Nazionale Under 16. Non è capitato spesso che qualcuno del Genoa porti la fascia in Azzurro. Pure le altre grifoncine sono bravissime e interpretano un calcio di cervello, come dice la nostra psicologa. Il femminile ha messo la freccia e in futuro supererà il movimento maschile».

Alessandro Legnazzi

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