E’ morto Hamrin, campione svedese degli anni ’50 e ’60

"L'uccellino" è il settimo giocatore non italiano ad avere più presenze in serie A: vinse due Coppa Italia la Coppa delle Coppe e la Mitropa Cupo con la Fiorentina, lo scudetto e la Coppa dei Campioni col Milan nel 1967-68. Perse la finale del Mondiale 1958 contro il Brasile di Pelè

Kurt Hamrin con la maglia della Fiorentina (foto da Wikipedia)

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E’ morto oggi a Firenze a 89 anni Kurt Roland Hamrin, celebre attaccante svedese degli anni ’50 e ’60. Dopo gli inizi nel suo paese nell’Aik Stoccolma si trasferì nella Juventus (23 presenze e 8 reti) nella stagione 1956-57 per iniziare una lunga carriera in serie A: con 400 presenze nella massima divisione, è il settimo calciatore non italiano con più partite disputate. Nonostante sia stato tra i goleador più prolifici, non ha mai vinto il titolo di capocannoniere nel nostro campionato, cosa invece ottenuta in Svezia. Dalla Vecchia Signora approdò al Padova, dove collezionò 30 presenze e 20 reti. Era un’ala micidiale per la sua potenza ed eleganza: la Fiorentina lo acquistò nel 1958 e diventò una bandiera viola. In riva all’Arno, dove lo soprannominarono “uccellino” poiché sembrava che in campo volasse facendo impazzire gli avversari, giocò 289 partite e segnò 151 reti, oltre a vincere due Coppe Italia, la Coppa delle Coppe e la Mitropa Cup. Nel 1967 fu ceduto al Milan allenato da Nereo Rocco: in maglia rossonera vinse lo scudetto nel 1967-68, la Coppa delle Coppe e la Coppa dei Campioni. Chiuse a 37 anni la sua esperienza in serie A al Napoli (la squadra azzurra gioca oggi con il lutto al braccio) dove giocò nel 1969-70 e nel 1970-71 con 22 presenze e tre gol. Chiuse la sua carriera nell’IFK Stoccolma.

Kurt Hamrin con la maglia del Napoli nel 1970 (foto da Wikipedia)

Con la nazionale della Svezia aveva giocato il Mondiale del 1958, ospitato proprio dal paese scandinavo: ottenne il titolo di capocannoniere della squadra al torneo, con quattro reti realizzate contro Ungheria (due), Unione Sovietica e Germania Ovest dove scartò ben sei difensori. Perse la finale (5-2) contro il Brasile dell’astro nascente Pelè.

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