Correva l’anno 1992: la Leonessa d’Italia fu ferita da un dardo scoccato dall’Arco del Genoa

La gara terminò sul 2-2: il non ancora diciannovenne attaccante di Certosa di Rivarolo segnò il gol del definitivo pareggio

Roberto Arco (Foto da Rai 1)

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Domenica 6 dicembre 1992 il Genoa di Luigi «Gigi» Maifredi (tecnico nativo di Lograto, paesino del Bresciano a una ventina di chilometri dal capoluogo di provincia, dove aveva la residenza), subentrato da due giornate (sconfitta 0-3 ad Udine all’esordio assoluto sulla panchina rossoblù domenica 22 novembre 1992 e vittoria sette giorni dopo contro il Torino per 2-1 in quello casalingo) a Bruno «Paul Newman» Giorgi, si giocò a Brescia un importante incontro nell’ottica della salvezza, che sarebbe stata raggiunta solamente dai rossoblù (grazie al pareggio interno per 2-2 all’ultima giornata di Campionato contro il Milan domenica 6 giugno 1993), mentre le Rondinelle sarebbero dovute «migrare» per un anno nella serie cadetta, dopo aver perso 1-3 lo spareggio a Bologna di sabato 12 giugno con l’Udinese.

La partita s’infiammò negli ultimi quaranta minuti di gioco con quattro reti (equamente divise) e l’espulsione – per doppia ammonizione – del difensore bresciano Marco Rossi (omonimo totale della futura «bandiera» del Genoa, che all’epoca aveva solamente quattordici anni ed otto mesi) a quattro minuti dal termine. In precedenza, il lungo predominio territoriale del Genoa aveva prodotto due pericolosi colpi di testa del centravanti cecoslovacco (ancora per i successivi venticinque giorni e poi ceco) del Genoa Tomas «Fisico» Skuhravy (il primo, al 30’ del primo tempo parato, su cross dalla destra dell’olandese-canadese Johannes Nicolaas «Johnny il bello» van’t Schip, parato in tuffo sulla sua sinistra da Marco Landucci e il secondo al 2’ della ripresa, su cross dalla destra di Christian Panucci II jr., a sfiorare il palo sinistro della porta bresciana) inframmezzati da uno di Panucci II nei minuti finali del primo tempo, su un calcio d’angolo dalla destra battuto da Mario «Marietto» Bortolazzi, bloccato dall’estremo difensore bresciano in maniera del tutto simile al precedente tentativo del centrattacco boemo, giunto alla seconda delle cinque partite in cui le strane numerologie di Maifredi lo avevano costretto a lasciare la sua caratteristica maglia n. 10 per indossare la n. 9.

Improvvisamente al 5’ della ripresa i padroni di casa passarono in vantaggio con una «fuga» sulla sinistra mal contrastata da Panucci II del romeno Gheorghe «il Maradona dei Carpazi» Hagi sr., che servì il pallone al centro al connazionale Florin Valeriu «la Gazzella bianca» Raducioiu, il quale, liberatosi con facilità di Nicola «Nick» Caricola II, batté da sette metri con un tiro di interno destro verso il palo sinistro, piegando le mani al portiere Gianpaolo Spagnulo, fattoglisi incontro in uscita bassa. Quattordici minuti dopo le Rondinelle raddoppiarono con un’azione del tutto simile per lo sviluppo e i protagonisti a quella precedente: il cross di sinistro dalla sinistra di Hagi sr., non intercettato in «sforbiciata» di destro da Caricola II, venne tramutato in rete con un destro di controbalzo in diagonale da quattro metri di Raducioiu, che si trovava in posizione «sospetta» di fuorigioco (oggigiorno la sua prodezza sarebbe probabilmente cancellata dal V.A.R.).

Vista la situazione quasi disperata, Maifredi passò dal 5-3-2 con cui aveva iniziato l’incontro al 4-3-3, utilizzando a metà della ripresa le due sostituzioni all’epoca consentite con la contemporanea entrata in campo del brasiliano (ed ex giocatore del Brescia) Cláudio Ibrahim Vaz Leal «Branco» al posto di Van’t Schip (che aveva dovuto giocare «a tutta fascia», partendo da esterno destro «basso») e di Roberto Arco (stante la totale mancanza di attaccanti, aveva esordito nel calcio professionistico due domeniche prima allo “Stadio del Friuli”, disputando l’intero incontro) al posto di Gianluca «Luca» Signorini (Panucci II venne spostato da centrale difensivo di destra a laterale difensivo di destra e Caricola II da centrale difensivo sinistro a difensore di centro-destra, mentre Andrea Fortunato lasciò a Vaz Leal «Branco» il ruolo di laterale sinistro difensivo, andando ad occupare quello di difensore di centro-sinistra, mentre all’attacco da destra a sinistra si schierarono Arco, Skuhravy e Michele «Harley Davidson» Padovano).

Al 26’ Panucci II sceso, sul settore di destra, offrì rasoterra il pallone in verticale ad Arco, che con una torsione del busto lo giocò di prima intenzione con un pallonetto di sinistro al centro dell’area di rigore, dove venne schiacciato in porta da Padovano, abile a precedere nello stacco aereo Paolo Negro, da sette metri. Dieci minuti dopo il non ancora diciannovenne attaccante di Certosa di Rivarolo passò dalla funzione di assistman a quella di goleador, vivendo il momento più alto della sua carriera calcistica (che, dopo altri quattro «spezzoni» di partita con la maglia del Genoa, si sarebbe svolta tutta in categorie inferiori alla Serie B), quando sugli sviluppi di una punizione dalla «tre quarti» di sinistra battuta da Vaz Leal «Branco» fu lesto a ribadire di testa da sei metri in rete un pallone deviato con la mano sinistra da Landucci contro la traversa su colpo di testa di Panucci II, dando il pareggio (l’unico «risultato utile» ottenuto da Maifredi in sette trasferte, prima di venire sostituito da Claudio Maselli sulla panchina rossoblù), al Genoa nella porta davanti alla curva dello stadio “Mario Rigamonti” (il dedicatario dell’impianto calcistico era lo stopper bresciano del Grande Torino, perito nella Tragedia di Superga di mercoledì 4 maggio 1949) occupata da un migliaio di tifosi rossoblù. Pur ridotto in dieci per il cartellino rosso mostrato dal signor Fabio Baldas di Trieste a Rossi, autore di uno sciocco fallo con la mano sinistra nella «tre quarti» offensiva, il Brescia cercò di riportarsi in vantaggio, sfiorando la rete della vittoria con una conclusione del suo terzo romeno in organico, Dorin Mateut, negli ultimi secondi di gioco.

TABELLINO

Brescia, domenica 6 dicembre 1992, Stadio “Mario Rigamonti”, ore 14,30

Brescia-Genoa 2-2 [XII giornata del Campionato Italiano di Serie A 1992/1993]

Spettatori: Tredicimila circa

Arbitro: Baldas (Trieste)

Marcatori: nel 2° tempo Raducioiu (B) al 5’ e al 19’, Padovano (G) al 26’, Arco (G) al 36’

Brescia: 1 Landucci, 2 Negro, 3 Mar. Rossi, 4 De Paola, 5 Paganin II, 6 Bortolotti, 7 Mateut, 8 Domini, 9 Saurini (dal 42’ del 2° T.: 14 N. Marangon), 10 Hagi sr., 11 Raducioiu (dal 32’ del 2° T.: 16 Schenardi). Allenatore: A. Moro; Direttore tecnico: Lucescu.

Genoa: 1 Spagnulo, 2 Van’t Schip (dal 23’ del 2° T.: 14 Branco), 3 Panucci II jr., 4 Signorini sr. (dal 23’ del 2° T.: 16 Arco), 5 Caricola II, 6 A. Fortunato, 7 Bortolazzi, 8 Ruotolo, 9 Skuhravy, 10 Fiorin, 11 Padovano. Allenatore: Maifredi.

Note: mille tifosi circa al seguito del Genoa; espulso Mar. Rossi (B) al 41’ del 2° T.

Stefano Massa

(membro del Comitato Ricerche e Storia del Museo della Storia del Genoa)

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