Correva l’anno 1977: il 6 febbraio Genoa-Torino è la prima partita italiana a colori

Al gol di Arcoleo replicò Pulici: 1-1 il risultato finale

Ignazio Arcoleo (Foto da Wikipedia)

6 febbraio 1977. Genoa-Torino, prima partita italiana a colori06
Dopo alcuni sporadici casi negli anni precedenti, all’inizio del febbraio del 1977 la RAI aveva cominciato la programmazione a colori di alcune trasmissioni. Programmi tra cui si annoveravano anche alcuni cartoni animati su Rai 1 e Rai 2, come l’episodio numero cinque della serie di “Mariolino”: “Mariolino e i Grattacieli” oppure “Viki il Vichingo”.
Per il 6 febbraio, l’emittente nazionale aveva programmato di trasmettere a colori anche la sintesi di una partita di calcio, alle 19.15, nell’ambito di una trasmissione pomeridiana: “Domenica in”, condotta da Corrado, insieme a Dora Moroni, Paolo Valenti e il Mago Alexander.
A quel tempo il campionato di serie A vedeva la partecipazione di sedici squadre e quindi c’erano otto partite potenzialmente candidate a inaugurare l’era del calcio italiano a colori.
Si era all’ultima giornata del girone di andata della stagione 1976-1977 e il calendario di quella domenica prevedeva:

Bologna-Roma
Fiorentina-Napoli
Foggia-Verona
Genoa-Torino
Juventus-Sampdoria
Lazio-Catanzaro
Milan-Cesena
Perugia-Inter

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Alla fine la scelta ricadde su Genoa-Torino. Comunque, già dal sabato precedente all’incontro, sulla stampa sportiva era stato pronosticato che, per il servizio televisivo a colori di una partita, il match prescelto probabilmente sarebbe stato quello tra rossoblù genovesi e granata.
Quel giorno, per esempio, “La Gazzetta dello Sport”, uscì con un articolo il cui titolo recitava: “Domani il campionato entra nella TV a colori. Sulla Rete 1. Alle 19.15. Forse con Genoa-Torino”. Poi, nella parte iniziale del pezzo si poteva leggere: “Roma. Ingresso trionfale della televisione a colori nel mondo del calcio. Domani appariranno, per la prima volta in quadricromia, sulla Rete 1 alle 19.15, le immagini di una partita di calcio. La gara prescelta dovrebbe essere l’attesissima Genoa-Torino”.
Continuando la lettura della “rosea”, troviamo le dichiarazioni di Maurizio Barendson, Responsabile dei Servizi Sport del TG2: “Senza tenere conto del fatto tecnico, si tratta di una soluzione particolarmente indovinata, infatti il Genoa è la squadra con la maglia più adatta per una trasmissione a colori, con quei grossi rettangoli rossi e blu renderà molto bene sul terreno verde del campo […] I massimi responsabili della RAI-TV hanno deciso che, compatibilmente alla disponibilità di mezzi tecnici, tutte le riprese dirette di avvenimenti agonistici saranno irradiate a colori”.

A questo posso aggiungere che i granata stavano lottando per lo Scudetto, in un testa a testa contro la Juventus che sarebbe durato fino all’ultima giornata di campionato e che il Genoa, in quella fase della stagione, aveva inanellato una serie di risultati positivi con un trend che sarebbe continuato fino a marzo, e che lo avrebbe portato a posizionarsi nella zona che permetteva la partecipazione alla Coppa UEFA (in realtà, poi, verso il finale del girone di ritorno non sarebbe stato così a causa di alcuni risultati negativi del Grifo).
In effetti, i rossoblù avevano fatto sette risultati positivi negli otto incontri che avevano preceduto la sfida con i granata: 3 pareggi e quattro vittorie, di cui una in trasferta. La striscia positiva era stata interrotta solo da una sconfitta a Verona. Poi, nelle prime sette giornate del ritorno, dopo una sconfitta con la Roma, altri quattro pareggi e due vittorie (derby e trasferta a Firenze).
Inoltre, la sfida tra Genoa e Torino era di fatto interessante (forse anche da un punto di vista tecnico) perché vedeva in campo le migliori coppie di attacco del campionato: Pulici/Graziani e Pruzzo/Damiani (autori di oltre una sessantina di gol nel pallottoliere, alla fine di quella stagione).
Il match vide la partecipazione di circa 57.000 spettatori, una buona parte dei biglietti presumibilmente venduti in prevendita (a quei tempi effettuata tramite i club), quindi un altro aspetto televisivamente importante è che si sapeva in anticipo che ci sarebbe stata una grande cornice di pubblico, in uno stadio dove, com’è noto, gli spettatori sono a ridosso del campo.
Infatti, nel numero de “La Gazzetta dello Sport” di domenica 6 febbraio, troviamo un articolo dedicato a Pruzzo in cui si può leggere: “Vedremo il cannoniere a colori. Roberto Pruzzo, il capocannoniere del campionato, diventa oggi l’uomo-simbolo di Genoa-Torino. Può decidere la partita e cambiare nuovamente i connotati della classifica, nel caso (probabile) in cui la Juventus batta la Sampdoria a Torino.
Se il campionato vive di ipotesi, Pruzzo è viceversa una realtà intorno al quale si muove, come ai bei tempi, il tifo della grande Genova. Oggi, il vecchio stadio di Marassi, farà fatica a contenere tutti. Vi si gioca il titolo d’inverno. Non per nulla è stato scelto come teatro per la trasmissione in TV della prima partita a colori del campionato di calcio”.
Invece, un altro giornale, “Il Corriere del Pomeriggio”, all’indomani della partita scrisse: “La giornata primaverile ha consentito lo spettacolo di una folla record e le due squadre si sono distinte per la bontà dello spettacolo che ha onorato il calcio e due società di illustri tradizioni”
Per la cronaca, il match finì uno a uno. Nel Genoa rientrava Basilico mentre, tra i granata Patrizio Sala (incerto fino all’ultimo momento) non veniva schierato.
Un Genoa brillante, che quasi aveva annullato il Toro concedendo poco e niente all’avversario, era andato in vantaggio al 32’: per un fallo di Salvadori su Castronaro, Ghetti batteva un calcio di punizione da destra, Damiani mancava l’aggancio, poi la palla arrivava in area nei pressi di Roberto Pruzzo ed Eraldo Pecci. Era il centrocampista granata che riusciva a intervenire per primo e a rinviare. Ma il suo disimpegno era corto e Arcoleo risolveva la mischia con un tiro di destro che si infilava alla destra di Castellini.
Poi, pareggio torinista di Pulici, al 16’ della ripresa: cross di Claudio Sala, Graziani faceva da sponda bruciando sul tempo Girardi con un tocco di testa, e il suo gemello del gol anticipava Felice Secondini andando in rete grazie a un tiro di piatto destro da distanza ravvicinata.
Il Genoa era stato più incisivo nel primo tempo e il Torino si era dimostrato più propositivo nella ripresa. Il verdetto del campo diceva un tempo ciascuno e, quindi, il risultato di uno a uno era stato sostanzialmente corretto.
Al rientro a casa i giocatori ebbero il piacere di rivedersi a colori in TV. A questo proposito interessante un’intervista di Pruzzo: “Qualcosa di più bello di un film. Anche se la partita la conosci già perché l’hai giocata, aspetti sempre di trovare una sorpresa. In bianco e nero non è così. Credo che il calcio possa avere soltanto dei vantaggi. A me dispiace solo una cosa: che la prima partita a colori trasmessa in Italia abbia fatto vedere un Pruzzo giù di corda. Ancora un paio di domeniche fa, magari avrei fatto un figurone… “.

A questo punto, vorrei aprire una parentesi per fare una breve riflessione personale. Nella prefazione al primo volume del mio libro sul calcio anni Settanta, dedicato al periodo 1969-1974, scrivevo:
“Questo libro, pur essendo stato scritto con un’attitudine rispettosa nei confronti di tutti i club e di tutti i calciatori citati, non ha nessuna pretesa d’imparzialità. Nella mia attività di autore, anche su altre tematiche, l’imparzialità è un obiettivo che non mi sono mai posto.
In generale, mi sforzo di verificare la veridicità di tutte le fonti da me utilizzate, incrocio i dati attingendo da diversi autori o da differenti interpretazioni, tento di fare rigorose ricostruzioni storiche, cerco di documentarmi nel modo più approfondito possibile, però non pretendo certo di offrire un punto di vista imparziale. Quindi, quello che posso garantire è solamente la non alterazione dei fatti per scopi personali.
Detto questo, ribadisco che nella cernita e nell’esposizione degli avvenimenti non ho alcuna pretesa di obiettività. Al contrario: in qualche modo tendo volutamente a una selezione degli eventi ed a un’analisi fatte sulla base della mia soggettività, in quanto persona con origini sociali, convinzioni politiche e passione sportiva ben definite”.

Da questo punto di vista, in qualità di tifoso del Genoa, la vicenda appena narrata, riguardante la partita tra Genoa-Torino e la sua partecipazione di pubblico, oltre ad altri due eventi ad essa collegati nel giro di pochi giorni, mi offrono lo spunto per qualche altra considerazione.
Tre giorni dopo la partita dei 57.000 a Marassi, “La Gazzetta dello Sport” (e anche la stampa genovese) pubblicava alcuni articoli che rendevano pubblico come il Presidente del Genoa, Renzo Fossati, avesse convocato una riunione di ingegneri e architetti alle sue dipendenze per lavorare ad un progetto di ampliamento del vecchio Ferraris. Un progetto volto a raggiungere una capienza di 60.000/70.000 posti, grazie alla sopraelevazione della tribuna.
I dirigenti della Sampdoria si erano subito detti non interessati a tale progetto di ampliamento dello stadio. Probabilmente perché a quei tempi i tifosi sampdoriani non sarebbero stati in grado di raggiungere nemmeno lontanamente quel livello di presenze. Indicativo, a questo proposito, il fatto che ad una settimana di distanza dell’incontro col Genoa, il 13 febbraio 1977, il Torino giocò nuovamente al Luigi Ferraris, ma questa volta con la Sampdoria e in quella circostanza i paganti furono solamente 23.581 (N.d.A. Nell’articolo de “La Gazzetta dello Sport”, il dato degli abbonamenti non è indicato, ma dovrebbero essere stati circa 3.000: poco più di un terzo di quelli del Genoa).
In seguito, i successi della Sampdoria tra anni Ottanta e primi anni Novanta, avrebbero portato i genovesi neutrali o quelli simpatizzanti per le grandi squadre del nord a convertirsi in tifosi blucerchiati. Ma, il rapporto tra tifosi del Genoa e della Sampdoria e il rispettivo peso all’interno della città, fino alla seconda metà degli anni Settanta, dal mio punto di vista, è plasticamente rappresentato dalle presenze nelle partite di Genoa-Torino e di Sampdoria-Torino, partite giocate a distanza di solamente sette giorni l’una dall’altra.

Il tabellino della partita

Genova, Stadio Luigi Ferraris
Domenica 6 febbraio 1977
Genoa-Torino 1-1
Marcatori: 32’, Arcoleo (G); 61’, Pulici (T).
Arbitro: Giulio Ciacci, di Firenze.

Genoa: Girardi, Secondini, Ogliari (67′, Maggioni), Onofri, Matteoni, Castronaro, Damiani, Arcoleo, Pruzzo, Ghetti, Basilico. 12: Tarocco. 13: Campidonico. Allenatore: Gigi Simoni.

Torino: Castellini, Danova, Salvadori, Butti, Mozzini, Caporale, Claudio Sala, Pecci, Graziani (63′, Garritano), Zaccarelli, Pulici. 12: Cazzaniga, 13: Fabrizio Gorin. Allenatore: Gigi Radice.

Spettatori: 57.000 circa (44.000 paganti e quasi 8.000 abbonati).

Note: Graziani, colpito al capo su un’uscita di pugno di Girardi, in occasione del gol, esce a causa di una contusione cranica e di uno stato di amnesia.

Nota bene: questo racconto è presente sia nella quarta edizione de “I Racconti del Grifo” sia ne “Il Calcio Anni ‘70. Secondo volume 1969-1974”. Entrambi i libri sono editi da Urbone Publishing che ha gentilmente concesso la pubblicazione di questo estratto.

Note sull’autore. Massimo Prati. Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Études Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature). Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora per il Dipartimento dell’Istruzione Pubblica del Cantone di Ginevra.

Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004.
“I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017.
“Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano 1887-1915”, Urbone Publishing, 2019. “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020. Seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2020. Coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021.
“Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021.
“Il Calcio Anni ’70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing, 2022.
“Les Suisses Pionniers du Football Italien”, Mimésis Éditions France, 2022.
Terza edizione e quarta edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2022 e 2023.
“Il Calcio Anni ’70. Secondo Volume 1975-1977”, Urbone Publishing, 2023.

Prossima uscita editoriale (2024): “Il Calcio Anni ’70. Terzo Volume 1978-1980”, Urbone Publishing.

Autore di numerosi articoli di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893.net” e “GliEroidelCalcio”.

Presente nei cataloghi delle biblioteche e degli archivi seguenti:

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