Coda si è risvegliato: a Benevento contro il suo passato

Il bomber di razza si riprende il Genoa e lancia la sfida al capocannoniere Cheddira

Coda Sabelli Genoa
Coda esulta come Kvaratskhelia del Napoli, lo abbraccia Sabelli (foto di Genoa CFC Tanopress)

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Una volta detonata la Nord ha esultato come Kvaratskhelia. Mani giunte sotto la guancia, come a dare la buonanotte a tutti. Forse alle polemiche, forse ai brusii che rendono gennaio un mese vespaio. Massimo Coda si è ripreso il Genoa con una rete segnata allo scorbutico Venezia risultata affatto banale nella sua esecuzione: esterno piede destro, e non piattone, per arrotare la palla che Yalcin, precedente compagno d’avventura al Lecce, aveva smistato di testa. Sono sette i gol di Coda in campionato, terzo marcatore del torneo dietro Cheddira (dodici marcature dopo la doppietta a Buffon) e Brunori (fermo a dieci sigilli): un discreto ma non ancora soddisfacente piazzamento per l’ultimo vincitore del Premio Pablito, il riconoscimento che la Lega cadetta riconosce al capocannoniere della Serie B. Può fare di meglio, «determinare» per usare un verbo caro a Gilardino: intanto sembra proprio essersi risvegliato dal torpore accusato in tardo autunno.

Durante il lungo periodo di lontananza dal gol – addirittura 405 minuti – il tecnico biellese l’ha ascoltato, pungolato e stimolato alternandolo tra campo e panchina, terreno a lui sconosciuto. Chi meglio di Mister 251 reti in carriera può essere d’aiuto a Coda, autore di 108 marcature complessive soltanto in Serie B? Tra specialisti basta uno sguardo per capire cosa aggiungere oppure togliere alla prestazione individuale: Coda necessitava soprattutto di uno sgravio tattico generato dal pervicace equivoco di Blessin, che mister Gilardino ha risolto, per diventare più efficace in area di rigore. Infatti, pur adoperandosi meno da centro boa sulla linea dei venti metri, il bomber di razza riesce ad aiutare di più la squadra e dare la stoccata che serve: sono i gol dei centravanti a costruire la classifica. E per sua morfologia il Genoa ha le qualità per subirne: la difesa che valorizza l’attacco, e viceversa, come dentro un circolo virtuoso che finalmente funziona.

Sabato Massimo Coda giocherà contro il suo passato: a Benevento ha lasciato un ricordo gradevole con 34 gol segnati in tre anni – secondo miglior rendimento in carriera dopo il biennio a Lecce con doppio titolo di capocannoniere – conditi da una promozione in Serie A ottenuta nel 2020 e una Scarpa d’Argento conseguita alle spalle di Alfredo Donnarumma nel 2019, l’anno della consacrazione tra i più forti goleador della B. Tuttavia, i numeri della Serie A ridimensionano Coda viste le sole 6 trasformazioni in 42 incontri, due delle quali però messe a referto contro la Sampdoria al Vigorito: una doppietta realizzata con George Puscas in campo, che da lì a poco se ne sarebbe andato fin su a Novara, capace di aizzare le ilarità del sempre attento Popolo genoano. “Coda in autostrada, uscita“. Non uscirà dal mercato, lo assicurano da Villa Rostan. Proprio ora che si è ripreso il suo Genoa detonando la Nord.

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.