Calcioscommesse: tirati in ballo De Rossi e Genoa-Roma, ma Paoloni millantava

A fine notizia un nostro commento sull'inopportunità  di far uscire una notizia non contenuta nelle intercettazioni non depositate


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Secondo quanto riportato dal sito della Gazzetta dello Sport, nell’indagine sul calciscommesse è uscita una nuova circostanze. Marco Paoloni, il portiere della Cremonese e poi del Benevento arrestato per aver combinato alcune partite stando a quanto sostenuto dall’accusa, avrebbe fatto il nome del centrocampista della Roma Daniele De Rossi. Paoloni ne avrebbe parlato in un’intercettazione in cui Paoloni riguardo a Genoa-Roma, partita finita 4-3 per i rossoblù dopo che i giallorossi erano in vantaggio per 3-0. In questa gara però De Rossi non aveva giocato poiché era squalificato. La telefonata, stando a quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, sarebbe stata inserita nelle numerose intercettazioni che non depositate in cancelleria dai pubblici ministeri: i magistrati non l’hanno ritenuta rilevante  poiché si tratterebbe di un millantato credito del portiere che affermava di poter esercitare influenza su giocatori e su club di alto livello.

Ribadiamo e sottolineiamo che nelle indagini della Procura di Cremona sul calcioscommesse non c’entra il Genoa, non c’entra la Roma, non c’entra De Rossi. Ma allora perché è stata fatta uscire questa notizia, visto che era contenuta in atti non depositati e quindi non pubblici? Il suo solo annuncio potrebbe avere effetti fuorvianti: invece (ripetiamo) non c’entra nessuna delle persone e delle società tirate in ballo. Nei mesi scorsi si è parlato e straparlato di riformare la legge sulle intercettazioni. Sarebbe stato opportuno che il legislatore avrebbe preso un solo semplicissimo provvedimento: rafforzare il divieto di divulgare notizie coperte dal segreto istruttorio. (Ma. Li.)

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