Nel 1956 il Genoa batte la Fiorentina per 3-1

Nel 1956 il Genoa batte la Fiorentina per 3-1. Nell’ultima giornata di campionato il Genoa doveva affrontare una Fiorentina imbattuta e già matematicamente campione d’Italia. Dal canto suo, anche il Grifone non aveva mai perso una partita in casa e con un pareggio tutte e due le squadre sarebbero state a posto. Ma il Genoa […]


Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.

Nel 1956 il Genoa batte la Fiorentina per 3-1. Nell’ultima giornata di campionato il Genoa doveva affrontare una Fiorentina imbattuta e già matematicamente campione d’Italia. Dal canto suo, anche il Grifone non aveva mai perso una partita in casa e con un pareggio tutte e due le squadre sarebbero state a posto. Ma il Genoa a pareggiare non ci stava, i tifosi nemmeno e neanche le ‘vecchie glorie’ rossoblu che avevano vinto il campionato 1922/23 senza perdere una partita; per impedire alla Fiorentina di eguagliare tale record ci voleva la vittoria del Genoa. Per tutta la settimana che precede lo storico incontro in città non si parla d’altro, la tensione è alta e quella domenica i tifosi riempiono lo stadio di entusiasmo e passione. Presenti in tribuna molte delle vecchie glorie che avevano stabilito il record prestigioso: De Prà, Moruzzi e De Vecchi, Burlando e Santamaria, Catto, Bergamino e Sardi, il presidente di allora Sanguineti con il vice Ghiorzi, tutti con la speranza nel cuore di veder vincere il vecchio Grifone. La partita è equilibrata, la Fiorentina mostra la sicurezza dei forti e non si vede come il Genoa possa arrivare al gol di fronte ad una squadra così compatta e messa bene in campo. Come se non bastasse, a metà del primo tempo, accade il fattaccio: Julinho, nella posizione d’ala, prende palla appena dopo la metà del campo sotto i distinti e s’invola facendola rotolare per 30/40 metri ad un millimetro dalla linea bianca, senza che nessuno riesca a fermarlo. Arrivato nei pressi del corner, si mette a far correre la palla sulla linea laterale di fondo campo, avvicinandosi pericolosamente al palo della porta lato distinti, dopo aver superato uno dopo l’altro i difensori rossoblu che tentavano di fermarlo. Gandolfi, vedendolo in quella posizione, pensa ad un cross verso il centro area e fa un paio di passi in avanti per essere pronto ad intercettare la palla. Ma il fuoriclasse brasiliano taglia invece un pallone velenoso che va a rotolare sulla linea bianca della porta alle spalle del portiere genoano, che si tuffa indientro ma invano. Quando il pallone sta per arrivare sul secondo palo, dal terreno spunta Gratton che lo accompagna in rete con un tocco. Duro colpo per i giocatori rossoblu in campo e per i 60mila genoani sugli spalti: un silenzio gelido cala sul Ferraris. Dopo il gol, la Fiorentina, alla quale basterebbe anche un pareggio per finire imbattuta si limita a controllare, forte del vantaggio e della superiorità tecnica. Il Genoa, stordito da quel gol fantastico che ha unito velocità, forza fisica, estro, controllo di palla e creatività, cerca solo di limitare i danni. Si arriva così alla fine del primo tempo, senza che accada nulla di importante. Il secondo tempo si apre con un Genoa rinfrancato, che prova ad attaccare, ma la Fiorentina sembra giocare come il gatto col topo, pronta a colpire. Cosa che avviene puntualmente al quarto d’ora dal’inizio della ripresa, quando l’estroso Montuori parte in dribbling con De Angelis attaccato ai calzoncini e, appena entrato in area, spara a rete: Gandolfi è salvato dal palo. La Fiorentina protesta per il fallo di De Angelis, l’arbitro non ci sente e la partita s’incattivisce, i tifosi rossoblu scatenano un tifo incandescente e il Genoa trova improvvisamente il coraggio di attaccare; alza il ritmo e la Fiorentina ne risente negativamente. In pochi minuti la partita cambia faccia e i giocatori viola per contenere gli attacchi rossoblu passano alle maniere forti: Pestrin viene atterrato da Cervato in piena area di rigore sotto una Nord ululante, ma Jonni di Macerata non se la sente di fischiare il rigore, facendo crescere la rabbia dei giocatori rossoblu e inviperire i tifosi. Il Genoa adesso attacca senza tregua e la Fiorentina non riesce più ad uscire dalla propria metà campo con azioni manovrate, quando Carapellese, in piena area viola, parte con una delle sue inarrestabili e spettacolari serpentine. Chiappella è tagliato fuori nettamente e non trova di meglio che tranciare il vecchio capitano: rigore netto, e questa volta Jonni non può non fischiare. Il Ferraris è una bolgia infernale: Frizzi, il rigorista per eccellenza prende il pallone, ma arriva Gren e glielo toglie di mano. Frizzi non dice nulla, ma capisce che Gren, nelle vesti di ex, abbia forse un conto da regolare. Responsabilità grande, ma Gren è un campione e non sbaglia: palla nel sacco e l’1 a 1 è cosa fatta. Il Genoa adesso vuole vincere e la Fiorentina, sopresa dalla vitalità della squadra rossoblu, è alle corde. Vedendo che il Genoa non si accontenta del pareggio, i viola cominciano a randellare chiunque indossi una maglia rossoblu, col risultato di scatenare ulteriormente il tifo sugli spalti. La partita è avvincente, palpitante, il Genoa non molla la presa e porta un attacco dopo l’altro finchè, a cinque minuti dalla fine, Orzan respinge corto un pallone, Frizzi lo raccoglie al volo e vedendo Sarti avanzato rispetto alla linea bianca, lo impallina con uno spettacolare e beffardo pallonetto: 2 a 1 per il Genoa e fine del sogno dell’imbattibilità della Fiorentina. La squadra viola non accetta però la sconfitta e il gioco diventa ancora più cattivo: Corso, coinvolto in una rissa, viene espulso, ma il Genoa, benchè ridotto in dieci, continua ad attaccare. Ormai è padrone del campo e la Fiorentina ha perso la testa. Per i rossoblu finisce in gloria, con Delfino che fa filtrare un pallone in area per Carapellese, pronto a staccare e a tirare in corsa al volo, fulminando Sarti per la terza volta. Vittoria netta, storica: il record è salvo e un cespo di rose scarlatte offerto dalle ‘vecchie glorie’ riconoscenti renderà onore ai valorosi ‘Ragazzi del ’56’ che hanno saputo giocare e vincere per la storia.

Tratto dal libroGenoa – Una leggenda in 110 partite – Storie di Genoa e di Genoani” di Franco Venturelli (prefazione Claudio Onofri, presentazione di Monica Serravalle di Pianetagenoa1893.net in quarta di copertina) – Nuova Editrice Genovese 2011 

Accetta i marketing-cookies per visualizzare questo contenuto.