Braglia: «A Genova mi sento a casa. Portieri? Scuola italiana in crisi»

«In totale disaccordo con le nuove idee che snaturano il ruolo del portiere dandogli più responsabilità» spiega l'ex Genoa

Braglia Genoa Piatek
Simone Braglia (foto di Genoa CFC Tanopress)

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In una lunga intervista concessa a Calciomercato.com, Simone Braglia ha affrontato a tutto tondo il tema del ruolo del portiere. A cominciare dai propri inizi: «Da piccolo il mio idolo era Dino Zoff, tifavo Milan. Una volta conosciuto da vicino l’ambiente del Genoa la mia simpatia si è spostata verso i colori rossoblù. Ancora oggi a Genova mi sento a casa. Essere chiamato dal Milan a trentotto anni è stato il coronamento di una carriera lunga vent’anni. Non ho rimpianti, forse l’unico è il non esser stato capace di sponsorizzarmi a livello mediatico».

«Allenatori? Li giudico sotto l’aspetto umano, non tecnico. Tra quelli che ho avuto cito soprattutto Osvaldo Bagnoli e Ilario Castagner al Perugia. Ancora oggi ho un grande contatto umano con Tomas Skuhravy» spiega Braglia.

Braglia e Skuhravy, due protagonisti assoluti della straordinaria cavalcata in Coppa Uefa: «Ricordi indelebili anche se quel Genoa riuscì in altre imprese. Ad esempio vincemmo a Torino contro la Juventus. Anche in quella partita feci un gran numero di interventi». Che tradotto significa essere stato il migliore in campo assieme al gigante boemo.

Chi è il portiere secondo l’Eroe di Anfield? «É il guardiano della porta e nasce per parare, mica per impostare il gioco. Sono in totale disaccordo con le nuove idee tattiche che snaturano il ruolo dandogli maggiori responsabilità. Cambierò idea solo se mi sarà dimostrato statisticamente che iniziando l’azione dal portiere ci sono maggiori possibilità di fare gol. Il n.1 non deve essere coinvolto in rischi iniutili».

Passato ma anche futuro. Chi sarà il nuovo erede di Buffon a livello italiano? Braglia fa un nome: «Il movimento degli estremi difensori italiani è entrato in crisi con le nuove regole che limitano le scuole portieri in età giovanile. Al momento l’unico erede di Gigi sembra essere Donnarumma. Sirigu è altresì un portiere capace di misurarsi a livello internazionale».

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